Una dieta rivalutata – La Dieta mediaterranea di Nicotera.

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Quella della dieta mediterranea è una storia curiosa e un po’ paradossale. Tutto è iniziato negli anni cinquanta quando Ancel Keys, uno scienziato americano della Scuola Pubblica di Alimentazione dell’Università del Minnesota, viene in vacanza in Italia e si accorge di un fatto sconcertante: i”poveri” dei paesini sperduti del Sud Italia, quelli che mangiavano ancora pane, cipolla rossa di Tropea e pomodoro, erano molto più sani non solo dei cittadini di New York, ma anche dei loro stessi parenti emigrati ormai da tempo negli Stati Uniti.

Il valore nutrizionale della dieta mediterranea è dimostrato scientificamente dal celebre ‘studio dei sette Paesi’. – ha spiegato Antonino De Lorenzo, professore ordinario di nutrizione e alimentazione all’Università ‘Tor Vergata’ di Roma – I ricercatori misero a confronto le diete adottate dalle popolazioni di sette Paesi in nazioni diverse per verificarne benefici e difetti; il risultato dichiarò che il regime alimentare migliore era quello degli abitanti di Nicotera, in Calabria, fedeli seguaci, appunto, della dieta mediterranea.

La gente di Nicotera, in Calabria, di Montegiorgio nelle Marche e gli abitanti delle coste e vallate della Campania avevano un tasso molto basso di colesterolo nel sangue e una percentuale minima di malattie di cuore. Ma la prova che era proprio il loro semplice modo di mangiare (fondato sull’ olio d’oliva di frantoio, sul pane e la pasta ancora fatti in casa, su aglio, cipolla rossa, erbe aromatiche, tante verdure e poca carne).

Un’indagine durata trent’anni ha confermato che la dieta mediterranea è in crisi. Si parla addirittura che rischi di scomparire. Anche nel sud Europa. La dieta mediterranea è sempre stata riconosciuta come una delle più salutari del mondo, un modo di cibarsi semplice, basato sul consumo di alimenti delle terre del Mediterraneo: puro olio di oliva, frutta fresca, legumi, cereali, ortaggi, pesce e vino rosso. Un cibo che nel sud Europa, in particolare in Italia contraddistingueva la cucina fino agli anni Settanta. Questo tipo di cucina è molto antica: comparve come cibo di tutti i giorni già nella Bibbia. Oggi questo modo salutare di nutrirsi sta scomparendo: le persone, soprattutto giovani, preferiscono recarsi nei fast food o mangiare alla spicciolata merendine industriali. Il consumo di cibi contenenti grassi animali va aumentando sempre di più con un conseguente aumento dei disturbi cardiovascolari e delle patologie tumorali. L’indagine è stata fatta dal Seven countries study, studio internazionale che ha confrontato per 30 anni le abitudini alimentari di 7 nazioni: Olanda, Grecia, Italia, Finlandia, Stati Uniti, Giappone ed ex Jugoslavia.

Lo studio ha dimostrato che la dieta mediterranea non è più una consuetudine, anzi, sta scomparendo. E con essa un metodo di alimentarsi validissimo per prevenire malattie cardiovascolari e alcune forme tumorali. Lo studio fu ulteriormente approfondito coinvolgendo 12 mila persone tra i 40 e 59 anni di sette diverse nazioni, residenti in agglomerati urbani e zone agricole. Le conclusioni provarono che tra le aree geografiche rurali oggetto dell’indagine, in quelle non mediterranee i decessi per malattie cardiovascolari risultavano ampiamente raddoppiati rispetto alle zone meridionali. Le zone migliori furono decretate: le isole di Creta e Corfù in Grecia; il paesino emiliano di Crevalcore; il paesino marchigiano di Montegiorgio; il piccolo paesino calabrese di Nicotera e la Dalmazia jugoslava.

Il verdetto finale ha definito Isole felici per antonomasia Creta e Nicotera, i due luoghi al mondo in cui il modo di alimentarsi si avvicina maggiormente alla dieta mediterranea. Secondo gli studiosi però si tratta di una dieta di stile mediterraneo, ovvero, un regime alimentare rispettoso di un indice internazionale di riferimento chiamato “indice di adeguatezza mediterraneo”. L’indice in questione, che porta il nome di Iam, divide la percentuale dell’energia fornita dai cibi di una dieta tipicamente mediterranea, con cereali, ortaggi e legumi, per la percentuale dell’energia fornita da alimenti come carne, latte, formaggi, uova, bevande zuccherine.
Perché si possa definirla dieta mediterranea e quindi salutare, il valore medio deve essere 7,5.

Articolo tratto dal quotidiano tecnologico e scientifico “ECplanet” dal sito INDIM

Libri consigliati:
* Titolo: Dieta mediterranea italiana di riferimento. La dieta di Nicotera nel 1960
* Autori: De Lorenzo Antonino, Fidanza Flaminio
* Editore: EMSI
* Data di Pubblicazione: 2006

 

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