Lo Zibibbo eccellenza napitina.

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L’uva Zibibbo di Pizzo ha caratteristiche peculiari che ne fanno un prodotto unico. Ad affremarlo non è un napitino impregnato di nazionalismo ma Nicola Fiorito, presidente di Slow Food Calabria, l’associazione internazionale no profit impegnata nella difesa da sempre in prima fila nella difesa delle produzioni nazionali e del Made in Italy  a istituire un suo presidio nella città del vibonese. un presidio particolare che si occuperà esclusivamente dello Zibibbo che si coltiva solo ed esclusivamente nel territorio compresso tra Pizzo e il Lago dell’Angitola. Il tutto ovviamente non nasce a caso ma è frutto di un lavoro di equipè e di una sinergia con l’amministrazione comunale guidata da Gianluca Callipo. Un lavoro durato oltre un anno e mezzo.

Il merito va anche a quei pochi coltivatori del uogo che non solo non hanno abbandonato i terrazzamenti in cui cresce la pregiata uva da cui lo Zibibbo nasce – che sono apenna quattro in tutto e sono stati rappresentati in occasione della presentazione del presidio da Giovanni Benvenuto che ha spiegato i rigidi protocolli di produzione adottati – e all’attenzione delle autorità comunali che hanno inestito fondi in questo progetto. Impegno rimarcato dallo stesso Callipo e dall’assessore alla cultura Cristina Mazzei.  “Salvare lo Zibibbo – ha sottolineato Callipo – non significa solo tutelare una tradizione ma anche innescare un processo virtuoso stante le strette connesioni che vi sono tra il settore agro-alimentare e il turismo.

Concetto ribadito dal vicepresidente della Regione Calabria, Antonio Viscomi che ha sottolineato come la struttura del comparto agricolo calabrese sia una struttura arcaica con una media di 4,2 ettari di terreno coltivato a fronte dei 24 ettari della media europea.

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