Joppolo, legittima la lottizzazione del quartiere San Bruno Melia

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Non ci stanno le 31 famiglie proprietarie delle villette del quartiere joppolese San Bruno Melia che da anni verrebbero additate come “abusive” in seguito ad un “piano creato ad arte da quei politici che si sono succeduti dal lontano 1983 che non volevano si scoprisse la verità, quella vera, fatta di procedimenti legittimi, pareri, autorizzazioni, nulla osta ed altro, espressi dagli organi competenti, conformi tutti alla normativa tecnico-urbanistica vigente”. A portare avanti la “battaglia” Antonietta Malvaso e il marito Antonio Pugliese che vivono in una di quelle villette da circa 16 anni. “Il persistere di notizie false e tendenziose – affermano – riguardanti la presunta illegittimità della lottizzazione San Bruno Melia indurrà gli interessati a denunciare alla Magistratura tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno diffuso a tal proposito menzogne e calunnie che ancora oggi si sentono a danno dell’onorabilità degli abitanti del quartiere”. Lo “sbandierano ai quattro venti”, lo scrivono e lo dichiarano senza timore perché “a noi interessa far sapere a tutti che la lottizzazione San Bruno Melia è una perfettamente regolare e conforme alla legge tant’è che nel 202 è stata inserita a pieno titolo nel Piano regolatore del Comune approvato e tuttora vigente”. Una lunga battaglia la loro, portata avanti con quell’ardimento e coraggio che li ha contraddistinti per una vita intera, a suon di carte bollate in tutti gli uffici preposti. “Malgrado il Tar della Calabria – affermano – abbia puntualizzato la legittimità della lottizzazione fin dalla stipula della convenzione, con accanimento inaudito  e calpestando tale sentenza, il Comune ha continuato ad “inventare” ancora situazioni di illegalità architettando un “Piano di recupero urbanistico” dell’area”. Anche all’epoca, la coppia non si sarebbe fermata ed è andata avanti chiedendo il sopralluogo della Regione che “ha ritenuto – dichiarano – gli atti assunti dall’amministrazione comunale non legittimi ed in contrasto con le normative vigenti in materia. Atti inutili poiché la lottizzazione, essendo legittima, non necessitava di alcun piano di recupero, bocciando gli elaborati nel metodo e nel merito”. Sulla questione si sarebbe pronunciata, tra l’altro, anche la Procura della Repubblica di Vibo Valentia che, nel 2010, avrebbe classificato la questione come un “maldestro tentativo degli amministratori comunali di recuperare somme per pagare il professionista redattore del Piano di recupero – evidenzia la coppia Pugliese-Malvaso – e stabilendo altresì che le singole concessioni edilizie rilasciate nel tempo sono assolutamente valide e legittime”. E perciò marito e moglie avrebbero interessato della situazione l’ex prefetto Di Bari che, però, non li avrebbe convocati così come, oggi, non vengono ricevuti dall’attuale sindaco Carmelo Mazza. “Adesso basta – affermano – vogliamo che tutti sappiano che non siamo abusivi. Non vogliamo più queste porcherie,  vogliamo solo una vita tranquilla”, andando fino in fondo, combattendo contro chi persiste a “camminare” sul falso e portando avanti con forza e determinazione tutta la verità.

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