Riace: il sindaco ritira le dimissioni. Oliverio: “La città è un modello”.

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Da quando, nel lontano 1998, un piccolo gruppo di rifugiati curdi arrivò a Riace, la cittadina del reggino, ha saputo rappresentare un modello di accoglienza e di integrazione. Un modello perseguito da tutta la comunità e sopratutto da Lui – Mimmo Lucano – il sindaco da molti soprannominato affettuosamente “U curdu”.  Un modello che ha portato l’autorevole “Fortune” a inserire lo stesso Lucano – unico italiano –  tra i 50 leader più influenti al mondo insieme al Papa, la Merkel e Bono degli U2. Un modello che ha attratto in queste contrade, persino il regista Wim Wenders, che ha consacrato il “Modello Riace” nel suo film documentario “Il Volo”.

E col tempo Riace è diventata un rifugio sicuro per chi fugge da guerre e carestie. Sono – al 2015 – ben 459 i migranti che, provenienti da 38 paesi diversi, risiedono sul territorio comunale, una presenza enorme in rapporto alla popolazione del piccolo centro che ammonta a 1800 abitanti circa. E molto di loro vengono da posti come Afghanistan, Sudan, Palestina, Eritrea, Iraq, portando con sè un gravoso carico di sofferenze e tribolazioni.  E Mimmo Lucano, con tenacia, ha saputo cogliere il lato positivo dell’immigrazione per costruire le basi di un progetto oggi studiato e ammirato in tutto il mondo e che lui stesso aveva definito “Un utopia della normalità”. Un progetto condotto sfidando la burocrazia e realizzato al di sopra della politica degli interessi, senza le solite speculazioni economiche, che hanno tristemente, accompagnato in altre realtà, l’arrivo o il ricollocamento di migranti e rifugiati, spesso con la regia occulta delle mafie.

Poi qualcuno, comincia, nei mesi scorsi, a mettersi di traverso, cercando di mettere in ombra l’operato di questo sindaco coraggioso, dapprima con una visita ispettiva del Viminale e poi con la relazione del prefetto di Reggio Calabria che annotava “le criticità del progetto di accoglienza”, fino al video pubblicato su Youtube per far credere che lo stesso sindaco, avesse pilotato un appalto con i fondi arrivati dalla Regione. Mimmo “U Curdu” però reagisce e parla di fango e di regia occulta: “Le mafie forse – sostiene – hanno imparato una nuova strategia: non mi fanno intimidazioni, violenze eclatanti, perché sono consapevoli di rendermi più forte, rimangono due possibilità: la mia vita o le diffamazioni e le denigrazioni”. Poi l’annuncio di voler fare un passo indietro e di volersi dimettere, convocando un consiglio comunale aperto.

Apriti cielo ! Non si contano le decine di attestati ricevuti da Lucano in pochi giorni. Movimenti, gruppi, associazioni, esponenti politici e sindacali come il segretario generale Fiom-Cgil Maurizio Landini per il quale “l’esperienza dell’amministrazione di Riace è una di quelle più significative ed esemplari per umanità, responsabilità e solidarietà”.

Anche il Presidente della Regione Oliverio arriva a Riace e le sue parole sono chiarissime: “Questo sindaco – dice – ha saputo guidare un processo che ha fatto di Riace un simbolo, un esempio dell’accoglienza, utile alla stessa Europa, in una fase storica che è caratterizzata da un esodo che spinge milioni di uomini verso l’Europa, verso il nostro Paese. Qui l’accoglienza è una pratica di vita; lo SPRAR è utilizzato per fare accoglienza vera, per costruirne la rete che lo sostanzi. Chi pensa di infamare, di infangare, prescindendo da questa realtà, fa male a se stesso. Su Riace – ha proseguito Oliverio – non è consentito a nessuno buttare fango e sospetti. Riace è un modello e in quel modello c’è la risposta a tante spinte che alimentano le paure. Oggi sono qui non solo per l’amicizia che a lui mi lega, ma per chiedere di non fare prevalere la rinuncia. Sono qui per chiederti di difendere una impostazione destinata a crescere, non solo per Riace”

Una sollecitazione, che Lucano accoglie accettando di ritirare le dimissioni e di andare avanti con la determinazione e il coraggio di sempre. Il cielo sopra Riace è ancora blu…………..

 

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