Il Movimento 14 luglio si riunisce a Nicotera. Protesta dura conto la falsa informazione.

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Si è svolta oggi 3 gennaio alle ore 17.30, presso il salone Giovanni XXIII della Cattedrale di Nicotera, l’assemblea dei partecipanti al Movimento 14 luglio nato nell’estate del 2016. Il salone pieno di gente, a dimostrazione che il Movimento è forte, vivo, coeso e determinato nel proseguire la sua lotta di civiltà aldilà del “fango” che, ingiustamente, gli viene buttato addosso. Presente anche il parroco Don Francesco Vardè.

All’ordine del giorno la nota questione della cronista Enza Dell’Acqua del Quotidiano del Sud che tanta amarezza ha provocato tra la gente del Movimento, fatto di vero Popolo, mamme, figli, nonne, giovani, donne, studenti, liberi professionisti, tutta gente per bene che ha lottato coraggiosamente per la Città: l’acqua del mare e l’acqua dei rubinetti, entrambe inquinate da anni.

Una riunione partecipata che ha colpito l’inviato di MediterraneiNews, per la compostezza dei presenti, il senso di rispetto e il democratico consenso nel parlare, prenotandosi diligentemente a turno negli interventi. Tutti incentrati sull’ormai nota vicenda che, a detta dei partecipanti al Movimento, offende e diffama lo stesso, per le falsità raccontate su giornali, media e TV.

La Dell’Acqua – a parere dei partecipanti – ha montato il caso, scambiando come un attacco personale, una onesta e legittima raccolta di firme tra i membri del movimento, atta a richiedere la replica ad alcuni suoi articoli ritenuti non veritieri, da presentare al Direttore responsabile del Quotidiano del Sud. Tra l’altro, affermano in riunione i partecipanti, la richiesta di raccolte firme che tanto ha impressionato la Dell’Acqua e i media, successivamente imbeccati, risulta legittima e necessaria, atteso il fatto che il Movimento è, in questo periodo, nella fase di registrazione giuridica dello statuto e, pertanto, non avendo ancora un legale rappresentante, hanno ritenuto di firmare la richiesta in tanti.

Ragionamento legittimo e sacrosanto, che non fa una piega.

Analizziamo quali sono  le principali ragioni contenute nel documento di richiesta di rettifica, allegando di seguito, il documento intero indirizzato al Direttore responsabile del Quotidiano del Sud:

“Il Movimento intende chiedere ed esercitare il diritto di replica ad una serie di articoli scritti dalla cronista dell’Acqua sul Quotidiano del Sud, ritenuti dal Movimento pieni di “inesattezze e falsità…tanto in merito alle questioni di cui il movimento si occupa…quanto in riferimento al movimento stesso, alle sue modalità d’azione ed organizzazione. Tralasciamo offese e diffamazioni, più o meno velate, a danno dei singoli in cui la suddetta cronista si è profusa tanto sul web – blog e social network – quanto sulle pagine del vostro giornale. Sarà cura dei singoli fatti oggetto di offese e calunnie difendersi o meno con i mezzi che la legge consente, secondo convinzioni e sensibilità di ognuno/a…, la cronista si avventura in una ricostruzione inesatta dei fatti che, se non dolosa, risulta quantomeno fantasiosa, a cominciare dall’affermazione che “le ultime analisi pubblicate, il 7 novembre scorso, certificano che l’acqua di marina è conforme ai parametri stabiliti dalla legge…Passando ad altro, nel medesimo articolo la giornalista si concede considerazioni mistificatorie sulla consistenza del movimento che non trovano alcun riscontro nella realtà e che anzi sono contraddette dalla cronaca di altre testate, i cui cronisti – al contrario della Dell’Acqua – erano presenti in piazza…Non si capisce infatti in base a quale fatto testate come “21 Righe” o “Il Vibonese” o ancora “La Gazzetta del Sud” riferiscano di un centinaio di manifestanti o di una manifestazione partecipata e rumorosa, mentre la Dell’acqua riferisce di un movimento “ormai sfilacciato”, ridotto a “una quarantina di persone in tutto…Per concludere non resta che stigmatizzare l’opera di diffamazione cui la Dell’Acqua fa oggetto tutti noi, descrivendo gratuitamente e infondatamente, nel medesimo articolo, un movimento verticistico in cui noi tutti saremmo solo pecore al seguito di pochi capi o, per usare le sue parole, “trattati come dei bagagli a mano da trasportare di qua e di là…È infine moralmente specioso il reiterato tiro all’uomo che in questo ed altri articolo la Dell’Acqua opera indicando, in modo e con toni peraltro offensivi e diffamatori, i principali attivisti del movimento che dai suoi articoli vengono ad emergere come veri e propri obiettivi mobili esposti ad eventuali rappresaglie da parte di chi ha interesse a mantenere nascosta questa vergognosa situazione. Ci permettiamo di segnalare come il Direttore dovrebbe verificare che sia stata riscontrata, a seconda dei casi, la verità dei fatti o l’attendibilità delle fonti, attività di controllo evidentemente omessa nei casi sopra riportati”.

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Nulla da dire. Tutto legittimo!!!

Rimane l’amaro in bocca nel constatare una manifesta manipolazione della verità in cui son cascati gli incauti cronisti di vari giornali, nel riportare una notizia manipolata ed infondata, senza la ben che minima verifica attraverso l’unica fonte: il Movimento 14 luglio.

Non era e non poteva essere una “Petizione” contro la Dell’Acqua- hanno dichiarato i partecipanti alla riunione- ma un diritto sacrosanto a richiedere ai sensi dell’art. 8 della legge 47/1948 , una rettifica ad articoli non riportanti la verità. Nell’intervista di questo pomeriggio al TG3 Calabria, l’intervistatore Riccardo Giacoia, ha fatto notare alla Dell’Acqua che quelli del Movimento 14 luglio gli hanno riferito che non è una “Petizione” , bensì una richiesta di rettifica a suoi articoli. La Dell’Acqua visibilmente imbarazzata, rispondeva dicendo: “ma io non so come è che si possa definire  una raccolta di firme, io l’ho sempre definita petizione” . Ed è così che Riccardo Giacoia, nel ricevere la risposta  sibillina, da giornalista navigato, stranamente, non ha ritenuto approfondire e ne domandarsi se quanto dichiarato non fosse la fonte dell’equivoco, che poi ha generato il caso, che se così fosse, risulterebbe fondato sul nulla.

Ecco spiegato, probabilmente,  l’arcano che ha generato l’ infondata notizia,  scaturita da una legittima raccolta firme atta a richiedere una rettifica, sfociata infine, ironia della sorte, in quella ignoranza giuridica che ha inteso definirla “Petizione”. E così sia…

Noi di MediterraneiNews, Giornalisti attenti e scrupolosi, vogliamo far capire agli “ignoranti” e ai nostri lettori, il significato, in termini linguistici e giuridici, di “PETIZIONE”.

Il diritto di petizione, nell’uso moderno è una istanza che espone una necessità d’ordine o di interesse generale di cui si chiede l’accoglimento da parte degli organi statali.

Nel linguaggio giuridico, il diritto di petizione è il diritto di cui gode il cittadino dell’Unione europea (UE), nonché qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede statutaria in un paese dell’UE, di presentare al Parlamento europeo un’istanza o un reclamo su una materia che rientra nel campo di attività dell’UE e che lo concerne direttamente (articolo 227 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea).

Le petizioni sono così definite:

  • «Per informazione» (indicando dove si possono ottenere ulteriori informazioni);
  • «Per un’ulteriore azione» (richiesta di prendere in considerazione proposte legislative o azioni politiche);
  • «Per un parere» (richiesta di una risposta scritta da parte della commissione parlamentare competente).

Chiarito ciò, appare ormai evidente che stiamo parlando di un caso che nasce dall’ errore di espressione e comprensione di un termine linguistico e giuridico, dove una ignoranza alimentata a vari livelli,  ha montato un caso nazionale basato sul nulla. <Che si tratti di equivoco o di truffaldino vittimismo poco importa> – scrivono in un post sulla pagina Facebook del movimento. Nel nostro diritto si sa che le norme si interpretano in senso largo e, non ci stupiamo se una “Petizione” può essere interpretata anche all’indirizzo di organi non statali. Rimane però il fatto che nella richiesta legittima,  del documento del Movimento 14 luglio, NON viene menzionato  in nessuna parte, il vocabolo “PETIZIONE”. In esso i rappresentanti del Movimento dicono di non volere loro apportare una replica fine a se stessa, bensì, per una  una serie di inesattezze ed irregolarità,- a loro parere- chiedono qualcosa di più significativo della rettifica, cioè una replica degli articoli contenente le molteplici argomentazioni a loro sostegno.

 Sembra che sia stata fatta circolare, ad arte, anche la notizia che tra i firmatari della richiesta, vi sia un noto giovane mafioso. Nulla di più infondato e calunnioso, dice il Popolo del Movimento. E questo se è vero, la dice lunga…

 Qualcuno dovrà fare ammenda, ma credo sia difficile. In questi tempi di arroganza, pretendere un bagno di umiltà e di onestà professionale appare un sogno. Ormai la frittata e fatta ed ognuno pensa a pararsi le braghe.

 Gli unici a rimetterci saranno il Movimento 14 luglio e la grandissima parte di Cittadini di Nicotera, quelli operosi e onesti che, impunemente, vengono infangati periodicamente dalle finte eroine di turno.

RICHIESTA DI REPLICA (non petizione) da inviare al Quotidiano del Sud.

Nicotera, lì, ……..

Al Direttore responsabile de “Il Quotidiano del Sud”

Rocco Valenti

Edizioni Proposta Sud srl a socio unico,

Sede legale: Via Aldo Pini, 10 – 83100 Avellino

Alla Redazione Regionale della Calabria

Alla Redazione Provinciale per la Cronaca di Vibo Valentia

Gentile Direttore Responsabile,

Gentili Caporedattori,

Gentile Redazione vibonese de “Il Quotidiano”,

quella che segue non è una rettifica. Quella che segue è una replica cui i sottoscriventi, quali membri del “Movimento 14 luglio”, affermano il diritto alla pubblicazione, in seguito a una serie di inesattezze e falsità pubblicate sul Vostro giornale a firma della cronista Enza Dell’Acqua, tanto in merito alle questioni di cui il movimento si occupa, come vedremo meglio in seguito nella fattispecie la condizione del servizio idrico in alcune frazioni del comune di Nicotera, quanto in riferimento al movimento stesso, alle sue modalità d’azione ed organizzazione.

Tralasciamo offese e diffamazioni, più o meno velate, a danno dei singoli in cui la suddetta cronista si è profusa tanto sul web – blog e social network – quanto sulle pagine del vostro giornale. Sarà cura dei singoli fatti oggetto di offese e calunnie difendersi o meno con i mezzi che la legge consente, secondo convinzioni e sensibilità di ognuno/a.

Quanto ci preme qui è ristabilire un piano di corretta informazione a seguito dell’opera lesiva dell’informazione medesima, effettuato dalla cronista Enza Dell’Acqua in più di un articolo pubblicato sul Vostro quotidiano, o se si vuole di vera e propria disinformazione, tanto attraverso la diffusione di informazioni parziali – con ricostruzioni quindi omissive – quanto attraverso diffusione di informazioni errate ed infondate.

Per comodità e brevità, ci imiteremo qui all’articolo pubblicato alla pag. 25 dell’edizione di Vibo de “Il Quotidiano” del 20 – 12 – 2016 dal titolo “Basta Sorical, vogliamo i pozzi”.

Andando per ordine, per prima cosa è importante ristabilire una corretta ricostruzione di fatti che hanno implicazioni serie per la vita di un’intera comunità e sui quali quindi non è ammessa alcuna superficialità.

Come riferito nell’articolo, in maniera non esatta, la manifestazione realizzata a Vibo in quella giornata dai membri del “movimento 14 luglio” ha avuto tra i suoi “obiettivi” (intendendo come tali luoghi simbolo verso cui si dirigono le proprie proteste e/o richieste) gli uffici dell’ASP – Dipartimento Prevenzione.

A illustrare i motivi delle proteste che da tempo i cittadini riuniti nel movimento rivolgono a suddetti uffici, la cronista si avventura in una ricostruzione inesatta dei fatti che, se non dolosa, risulta quantomeno fantasiosa. A cominciare dall’affermazione che “le ultime analisi pubblicate, il 7 novembre scorso, certificano che l’acqua di marina è conforme ai parametri stabiliti dalla legge”.

Come più volte segnalato dal nostro movimento e ribadito con forza nel corso della manifestazione (si veda in particolare la seguente intervista pubblicata su internet già nel primo pomeriggio http://www.21righe.it/index.php/categoria-nei-comuni/9246-acqua-sporca-a-nicotera-le-ragioni-della-protesta-video) le analisi realizzate dall’ARPACAL a quella data – come di sovente – e pubblicate sul sito dell’ASP non possono affatto certificare tale conformità in quanto deficitarie di diversi parametri critici, quali quello del manganese (causa dell’ordinanza comunale di divieto d’uso per scopi umani che data dall’ottobre 2014), e quello del pericoloso batterio Pseudomonas Aeruginosa.

Ancora è da notare invece come proprio quelle analisi evidenziassero invece la presenza nell’acqua dei pericolosi composti cancerogeni detti Trialometani prodotto della combinazione del cloro con molecole organiche, cosa del tutto omessa dalla cronista.

Ancora, a giustificare la presenza di tali composti, è da evidenziare l’iperclorazione dell’acqua effettuata dai dipendenti della Sorical – a quanto dichiarato in più occasioni di fronte a numerosi testimoni, tra cui la stessa Dell’Acqua, dal già capo dell’ufficio tecnico del Comune di Nicotera ing. Carmelo Ciampa – onde rimediare all’inquinamento batteriologico dell’acqua, che oltre allo pseudomonas presenta di sovente presenze allarmanti di coliformi fecali nonché di numerose altre colonie batteriche.

Tali irresponsabili condotte, pienamente note alla giornalista, hanno determinato nei mesi scorsi la morìa dei pesci nella vasca comunale della marina (avvenimento già verificatosi ad inizio estate del 2015) nonché la periodica e persistente puzza di varichina dell’acqua che scorre dai rubinetti delle nostre case, fenomeno che dura ogni volta anche per due settimane.

Ancora, la giornalista continua scrivendo:

“C’è poi la questione manganese. Gli esami resi noti dall’ASP il 26 ottobre rilevano che nelle frazioni Preitoni e Marina il livello del temibile metallo è rispettivamente, 53 mg/l e 62 mg/l, che sfora, anche se di poco, i parametri stabiliti dalla legge”.

Falso. Non fosse stato per ben due volte, alla edizione delle 14.00 e a quella delle 19.30 del TG regionale RAI, messo in onda il servizio della giornalista Maria Elena Scandaliato, tutto si potrebbe ricondurre alla nostra versione contro quella della giornalista. Infatti già a suo tempo facemmo notare, nelle comunicazioni sui social network, che a quella data – ci riferiamo al giorno dell’incontro tra SORICAL, ARPACAL e ASP riferito dalla Dell’Acqua – i valori del manganese non comparivano nelle analisi pubblicate sul sito dell’ASP. Ma oggi a suffragare la nostra versione viene appunto il servizio del 20 c.m., in cui si documenta una accesa discussione tra la giornalista e un dirigente che le vuole impedire di riprendere la documentazione cartacea delle analisi in cui è riportato il valore del metallo presente nelle nostre acque, dopo che di fronte alle telecamere un altro dirigente non riusciva a trovarlo sul sito. Cosa prontamente rimediata al pomeriggio, come notato dalla cronista nel servizio delle 19.30 in cui si sottolineava come il valore del manganese fosse “miracolosamente” comparso nelle analisi pubblicate nel sito ASP, quando lo stesso con tutta evidenza mancava alla mattina.

Sembrerebbero queste questioni di lana caprina non fosse che segnalano gravi inadempienze nell’obbligo di trasparenza che vige nei confronti di questi enti, tanto più di fronte a una criticità grave come quella affrontata da una comunità che non può usufruire del servizio di acqua potabile da anni.

Passando ad altro, nel medesimo articolo la giornalista si concede considerazioni mistificatorie sulla consistenza del movimento che non trovano alcun riscontro nella realtà e che anzi sono contraddette dalla cronaca di altre testate, i cui cronisti – al contrario della Dell’Acqua – erano presenti in piazza.

Non si capisce infatti in base a quale fatto testate come “21 Righe” o “Il Vibonese” o ancora “La Gazzetta del Sud” riferiscano di un centinaio di manifestanti o di una manifestazione partecipata e rumorosa, mentre la Dell’acqua riferisce di un movimento “ormai sfilacciato”, ridotto a “una quarantina di persone in tutto”.

Vorremmo sapere quale associazione nel territorio vibonese ha la capacità in un giorno feriale – il lunedì – di dar vita a una manifestazione a sorpresa, senza alcun preavviso ne autorizzazione, bloccando per oltre un ora il traffico nella principale arteria cittadina – di fronte alla sede centrale dell’ASP – attuando poi un corteo che attraversa il corso fermandosi, appunto, al Dipartimento Prevenzione della medesima ASP prima e raggiungendo poi il piazzale antistante la prefettura, per tornare poi sui propri passi bloccando il traffico nuovamente prima di chiudere la riuscitissima iniziativa, che non ha mancato di riscuotere l’aperta simpatia dei cittadini vibonesi presenti.

Vorremmo sapere come un movimento di appena una quarantina di persone ne possa portare 100 in piazza in un giorno lavorativo. Ancora vorremmo sapere come non consideri, la stessa cronista, che fisiologicamente il nostro paese in estate triplica i suoi abitanti, in ragione della presenza degli emigrati e degli studenti fuori sede, e come quindi naturalmente un movimento come il nostro potesse contare in quel frangente su un numero di aderenti maggiore, in presenza, poiché adesso loro malgrado lontani dal paese e tuttavia ancora più che aderenti al movimento.

La verità è che il movimento 14 luglio ha dimostrato per l’ennesima volta una capacita di aggregazione e mobilitazione sorprendente e una costanza di impegno e lotta che non mostra cedimenti.

Per concludere non resta che stigmatizzare l’opera di diffamazione cui la Dell’Acqua fa oggetto tutti noi, descrivendo gratuitamente e infondatamente, nel medesimo articolo, un movimento verticistico in cui noi tutti saremmo solo pecore al seguito di pochi capi o, per usare le sue parole, “trattati come dei bagagli a mano da trasportare di qua e di là”. È deontologicamente inaccettabile ed eticamente riprovevole tale mistificazione per cui cittadini che mostrano coscienza, dedizione, coraggio, costanza, capacità di autodeterminazione e indipendenza nel pretendere il rispetto dei propri diritti e non esitano a fronteggiare i potentati coinvolti, vengono trattati come beoti.

È infine moralmente specioso il reiterato tiro all’uomo che in questo ed altri articolo la Dell’Acqua opera indicando, in modo e con toni peraltro offensivi e diffamatori, i principali attivisti del movimento che dai suoi articoli vengono ad emergere come veri e propri obiettivi mobili esposti ad eventuali rappresaglie da parte di chi ha interesse a mantenere nascosta questa vergognosa situazione.

Ci permettiamo di segnalare come il Direttore dovrebbe verificare che sia stata riscontrata, a seconda dei casi, la verità dei fatti o l’attendibilità delle fonti, attività di controllo evidentemente omessa nei casi sopra riportati; come è stata assolutamente ignorata la verifica più delicata per un direttore ovvero quella legata alla conoscenza dell’idoneità evocativa delle parole volta a riscontrare se alcuni fatti esposti, per il loro utilizzo fuori contesto, o per la suggestione ed i collegamenti impliciti che l’espressione giornalistica deliberatamente utilizzata è idonea a creare nel lettore, ad essere in concreto diffamatori.

A muoverci in quest’ultima considerazione è unicamente la preoccupazione e l’indignazione verso questo killeraggio giornalistico che colpisce anche membri del nostro movimento, non certo il pensiero che si possa ipotecare l’avanzamento del movimento stesso colpendo questo o quel membro. La natura orizzontale ed assembleare del movimento, che non esitiamo a definire più unica che rara nel panorama associativo del territorio, ci conforta infatti del fatto che, seppure ogni singolo è importante, nessuno è necessario, poiché la nostra forza si basa sulla coesione, il rispetto e la partecipazione corale di una collettività che si è alzata e non ha intenzione di piegarsi più.

Distinti saluti

I sottoscritti

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