Mentre a Roma si discute a Nicotera si muore…

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Chissà cosa avrebbe detto Tito Livio, autore della celebre locuzione latina “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (che tradotta letteralmente, significa mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata) di fronte alle discussioni in cui spesso noi nicoteresi ci troviamo ad impelagarci per settimane e che ricordano le mitiche Palabres – interminabili e inconcludenti chiacchere che hanno come scopo ultimo l’espressione di una apparente unanimità all’interno di comunità arcaiche di villaggio come quelle del popolo Kanak della Nuova Caledonia o quelle che in Mali, si svolgono in una baracca costruita con alberi di bassa statura. A Nicotera – dove grazie alla cementificazione selvaggia degli anni 80-90 del secolo scorso – trovare un albero è come trovare un qualcosa di raro, per fortuna abbiamo Facebook, ma spesso il mezzo tecnologico non cambia la sostanza dell’inconcludente chiacchiericcio.

E mentre si discute del più e del meno, e spesso del nulla, sulla città, incombe una presenza che ormai da anni si è infilata nella quotidianità di una comunità che appena sessanta ani fa – durante il famoso studio del professore americano Ancel Keys che segnò la nascita del modello alimentare mediterraneo – poteva vantare il primato di non aver neanche un solo caso di certe malattie. Questa presenza – lo avete capito tutti – è purtroppo il tumore.

Qualcuno oggi dice che non è solo un problema di Nicotera e certo non bisogna essere dei laureati in statistica per sapere che le neoplasie sono diffuse in tutta la penisola. Ma il fatto di essere come comunità e come regione, in buona compagnia (si fa per dire) di certo non può consolare chi ha avuto un morto in famiglia o un ammalato. Ne tantomeno non può non dare nell’occhio, a chiunque sia dotato di buon senso e anche di umanità, il fatto che all’interno di questa amena comunità ci siano zone dove l’incidenza in rapporto ai nuclei familiari è davvero molto alta. “A Via Filippella e nelle limitrofe Via Madonna della Scala e Via Pozzo – mi dice oggi ad esempio una nicoterese che vi ha abitato per trent’anni – non vi è ormai quasi una sola famiglia dove non si sia registrato almeno un caso di neoplasie e molti sono stati i decessi”. E non va certo meglio nelle frazioni di Preitoni o a Nicotera marina.

Ed è un fatto che sappiamo da anni. Già nel 2007 e nel 2010 me ne ero personalmente occupato con due inchieste apparse sulla stampa locale che ancora per fortuna conservo. Ora certamente, fare delle ipotesi sulle cause, è operazione complessa, perchè è chiaro, che molteplici fattori possono influire su questo problema. Proviamo però lo stesso a tracciare uno scenario plausibile.

Inquinamento. Qui i fattori di rischio non mancano anzi, propio l’assenza di industrie, ci dovrebbe far capire che ci siano dei fattori inquinanti che possono alterare l’ecosistema e avere un effetto sulla salute delle persone. E’ della scorsa settimana, la polemica che ha visto scontrarsi il Dipartimento prevenzione dell’Asp di Vibo con gli attivisti del Movimento 14 luglio che da mesi protestano per la condizione dell’acqua che sgorga dai rubinetti di molte case specie in quel di Nicotera marina e a Preitoni dove – analisi alla mano -persisterebbe il problema dell’acqua “colorata” al manganese. Ma vi è anche da non trascurare – il fatto – che negli ultimi dieci anni, sono molte le microdiscariche abusive sequestrate (si ricordi quella di 7000 metri quadri oggetto di un intervento della guardia di finanza nel marzo 2009) sul territorio comunale. Anche il problema dello smaltimento dei rifiuti è un problema serio, perchè quello butti si degrada e spesso finisce nella falda acquifera sottostante e quindi non è da sottovalutare. Scavare nuovi pozzi per un acqua più salubre, monitorare le condutture idriche e sostituirle se necessario, avviare al più presto la raccolta differenziata e abituarci al nobile costume quotidiano del riciclo male non ci farebbe.

Eternit. Questo è un altro dei potenziali fattori di rischio. Che sia cancerogeno è ormai un fatto certo e sancito dalla legge fin dal 1992. Il problema è che intere zone di Nicotera sono ancora ricoperte di questo materiale. Ora delle due, o si procede ad una seria bonifica obbligando i proprietari degli immobili su cui c’è eternit a rimuoverle o quantomeno si usino dei prodotti – ce ne sono tanti – che incapsulano l’eternit evitando la fuoriuscita delle particelle cancerogene.

Stile di vita. Questo incide moltissimo. Siamo diventati una popolazione di sedentari e questo non va bene. Il nostro poi sembra un paese più a misura di automobile che di pedone. Una tendenza che bisognerebbe invertire. Così come molti dovrebbero smettere di fumare. E’ un vizio inutile almeno quanto la piaga dell’eccesso di alcool.

Alimentazione. Qui ci facciamo veramente male da soli. Siamo il paese che vantava l’alimentazione più vicina al modello alimentare mediterraneo.  Dobbiamo pertanto imparare a scegliere bene quello che mettiamo sulle nostre tavole e come nutrirci. Una alimentazione diversificata, sana, naturale. Meglio spendere pochi minuti a guadare cosa compriamo e magari, perchè no, a privilegiare i prodotti locali di una agricoltura che per il 30% produce in regime biologico in una regione che pochi giorni fa – ce ne siamo occupati anche noi – ha per esempio stabilito di non concedere aiuti alle aziende agricole che usano glisofato, un noto prodotto chimico ritenuto nocivo dalla OMS.

Prevenzione. Anche in questo settore si può fare molto. Oggi numerose neoplasie possono essere scoper in tempo e curate. Si arriva a punte del 90% di guarigione per il tumore al seno che fa strage nelle donne ad esempio.

Solidarietà. Il tumore non è una malattia infettiva ma persiste la cattiva abitudine retrograda, di stendere intorno al malato una sorte di cordone sanitario, atteggiamento frutto dell’ignoranza, che provoca la morte civile del malato stesso che spesso è solo l’anticamera di quella fisica, ma di certo e forse anche più terribile di quest’ultima. Negli ultimi dieci anni, su questo aspetto, ho visto una netta inversione di tendenza per fortuna. Prima si diceva solo “sta male” neanche si menzionava la parola “tumore” quasi che uno se ne dovesse vergognare. Bisogna continuare su questa strada. E’ importante che il malato avverta, e non solo in famiglia, di non essere solo, che fa ancora parte della nostra comunità, per dargli sostegno contro un nemico subdolo e insidioso.

E poi spendiamo meglio il nostro tempo, per fare del bene, per ritrovare le ragioni dello stare insieme rifiutando la logica dell’odio e della contrapposizione, per essere utili a questa comunità e a questa città che è un posto meraviglioso ed è nostro. Tutti difatti siamo necessari – e nessuno è indispensabile – per il luminoso progetto della rinascita civile e sociale di Nicotera.

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