Nicotera, ecco i motivi del terzo scioglimento consecutivo del Consiglio in undici anni

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indexAspettavano tutti il decreto ministeriale  per poter conoscere le motivazioni dello scioglimento del consiglio comunale ed il decreto è  arrivato. Dentro ci sono i nomi dei commissari straordinari, la durata dell’incarico, i “guai” che hanno portato la città sull’orlo della bancarotta socio-economica e culturale.  Un dossier lungo 39 pagine per presentare e spiegare tutto il lavoro svolto prima dalla commissione di accesso agli atti e poi dal prefetto Carmelo Casabona per documentare la proposta di scioglimento del consiglio comunale inviata al Viminale lo scorso 12 settembre. Un malloppo fitto fitto, ricco di omissis e di presunti reati a carico degli amministratori e che non risparmia sostenitori, ditte, dipendenti e professionisti che hanno operato per conto dell’ente tra il 30 ottobre 2012, data di insediamento dell’amministrazione guidata da Franco Pagano e lo scorso 5 ottobre, data di presentazione delle dimissioni da parte dello stesso primo cittadino. Al tutto s’aggiunge la “ciliegina” del caso elicottero che ha proiettato a livello nazionale e internazionale l’immagine di una città fortemente condizionata dalla presenza mafiosa. In sostanza, si legge nella relazione del ministro dell’Interno, <il Comune presenta forme d’ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione, nonché il buon andamento ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica>.

La commissione d’accesso nominata csindaconicoateraon decreto 28 gennaio 2016 poi prorogato ha, in sostanza, accertato <la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata, nonché forme di condizionamento degli stessi>. Si parte dall’accertata presenza sul territorio <di una potente consorteria> che avrebbe esteso il suo predominio in lungo e in largo esercitando pressioni sulle imprese e sugli appalti pubblici. Lo dimostrerebbero le frequentazioni tra amministratori e soggetti vicini ad ambienti criminali, nonché i forti legami <tra amministratori e dipendenti dell’ente con persone controindicate> che avrebbero operato a vantaggio dei sodalizi criminali. Emerge anche che l’ex sindaco avrebbe prestato la sua opera legale a favore di soggetto legato da vincolo parentale <al capo indiscusso della consorteria territorialmente egemone>. Gioca un ruolo nelle indagini della commissione anche l’attentato perpetrato a danno dell’abitazione del sindaco la notte del 26 giugno 2013 e sulle cui modalità mafiosa la Prefettura non avrebbe manifestato dubbi. Nel mirino anche le procedure di somma urgenza e gli affidamenti diretti, nonché il mancato ricorso all’utilizzo del mercato elettronico. Riflettori accesi anche sul modus operandi dell’amministrazione comunale sulle determine di impegno di spesa e di liquidazione adottate dall’area tecnica, con anomalie e irregolarità di vario tipo. Per non parlare dell’istituto della proroga spesso non in linea con la disciplina giuridica. Non esisterebbero neppure le ricerche di mercato così come <appare emblematica la vicenda di una società di persone> beneficiaria di affidamenti diretti nella manutenzione di edifici scolastici, lavori edili, riparazione di strade e i cui titolari avrebbero fitte parentele con elementi di spicco della criminalità organizzata.

ministro-alfanoAttenzione puntata anche sui lavori nel centro storico e sui subappalti intervenuti. La relazione ministeriale si sofferma pure sulla figura di un professionista locale <incaricato del patrocinio legale e della rappresentanza processuale dell’ente> e non tralascia neppure le ripetute proroghe ottenute dallo stesso prima di arrivare alla selezione comparativa finale. Addebiti anche al Comune che avrebbe registrato gravi ritardi nell’attuazione delle norme a tutela dell’integrità e della trasparenza della pubblica istruzione. Sotto la lente di ingrandimento infine le nomine dei componenti dell’ente morale Scardamaglia-Longo, che avrebbero portato all’inserimento nel consiglio di amministrazione di persona non idonea. La relazione della Prefettura, peraltro, si sofferma a lungo sui trascorsi giudiziari di più membri della maggioranza riportandone in maniera dettagliata tutte le disavventure ed i corposi curricoli. Non poteva mancare dall’elenco dei “misfatti” il furto degli strumenti musicali nell’Elefante rosso, immobile confiscato alla ‘ndrangheta, e l’atterraggio dell’elicottero nel centro storico della città.

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