Attuare al più presto una anagrafe delle criticità sociali.

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Il venti per cento della  popolazione nicoterese ha più di 65 anni cioè è – statisticamente parlando “anziano”. Stiamo parlando al 1 gennaio 2016 di 1386 persone. E’ una fascia della popolazione che peraltro è esposta sia alle difficoltà economiche, sia alle malattie e al naturale processo di decadimento fisico e non ultima, anche alla solitudine (in molte famiglie i figli sono emigrati in cerca di lavoro) e alle difficoltà di rapportarsi alle varie articolazioni dei servizi amministrativi, dagli uffici comunali, a quelli sanitari. A queste persone vanno poi aggiunte le famiglie in cui si conta la presenza di almeno un disabile e quei nuclei familiari – specialmente quelli monoreddito – che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e talvolta hanno anche figli a carico, cosa non infrequente in una città dove il tasso di occupazione è attorno al 35% e dove invece – la disoccupazione è a livelli doppi del dato medio nazionale.

Da decenni andiamo predicando in varie sedi e in varie occasioni – sopratutto quando c’è aria di elezioni, o in occasione di convegni alquanto “fumosi” –  che le situazioni di disagio sociale vanno affrontate in modo sistemico, con interventi che, quantunque non risolutivi, possano essere quantomeno di aiuto alle famiglie e ai singoli.

Ma la prima cosa da fare è “mappare” queste situazioni. E l’ente deputato a farlo è sicuramente quello che la legge stessa qualifica come “ente esponenziale” della propria comunità, cioè il Comune di Nicotera, dalla cui agenda, purtroppo, la parola “sociale”, sembra essere stata non dimenticata ma addirittura mai appresa. Lo strumento che noi di Mediterraneinews.it, indichiamo alla Commissione straordinaria che regge le sorti dell’ente è sicuramente quello di una vera e propria “Anagrafe delle criticità”. Un censimento e un database informatizzato e annualmente aggiornato, dove nel pieno rispetto della privacy dei cittadini, possano essere evidenziate tutte le potenziali situazioni di disagio degli oltre duemila nuclei familiari nicoteresi, inserendovi dati come il reddito, la presenza nel nucleo familiare stesso di bambini o ragazzi minorenni, la presenza di persone anziane o malate (indicandovi anche le patologie) o portatori di handicap.

La prima fase – supervisionata da uno dei tre commissari, coordinata dall’ufficio sociale del comune, e affidata a dei volontari – consisterebbe nella raccolta dei dati, casa per casa, famiglia per famiglia, su dei moduli prestampati predisposti dal comune stesso. E’ una fase che certo richiederebbe alcuni mesi ma che non presenta insormontabili difficoltà tecniche o organizzative. La seconda, che si svolgerebbe a Palazzo Convento, consisterebbe nell’inserimento di questi dati, in un archivio informatizzato che dovrebbe essere custodito e gestito ne più e ne meno come si fa con quello relativo all’anagrafe. Ovviamente sarebbe opportuno poi creare – all’interno di questo database – delle suddivisioni per categorie per semplicità organizzativa.

Sulle base di questa “Anagrafe delle criticità” , il Comune potrebbe quindi poi predispoorre un piano annuale di interventi e inviarlo anche alla Regione o al Mimnistero delle Politiche sociali per ottenere dei finanziamenti su progetti specifici. Altri piani potrebbero poi scattare in caso di emergenze come quelle sanitarie,  in questi casi, il comune saprebbe esattamente a chi rivolgersi in via prioritaria e con maggiore efficacia. Questo strumento sarebe inoltre utile per individuare quei nuclei che ricadono in quei bandi che periodicamente escono per allievare le situazioni di disagio e che – altrettanto periodicamente – lasciano una scia di scontenti tra coloro che – a volte a ragione a volte a torto – lamentano di essere stati esclusi dai benefici.

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