Il radon è un gas molto pesante, pericoloso per la salute umana se inalato. Uno dei principali fattori di rischio del radon è legato al fatto che accumulandosi all’interno di abitazioni diventa una delle principali cause di tumore al polmone. E non lo diciamo mica noi ma anche l’Arpacal, che in una sua nota, spiega come non si debba sottovalutare questo gas (derivante principalmente dal suolo e dai materiali da costruzione) che, in concentrazioni elevate, può comportare effetti dannosi sulla salute e in Italia, è infatti considerato, la seconda causa di morte per tumore polmonare, dopo il fumo di sigaretta. Si stima infatti, che sia la causa di morte per oltre 20mila persone nella sola Unione europea ogni anno ed oltre 3 000 in Italia. Polonio e bismuto sono i prodotti, estremamente tossici, del decadimento radioattivo del radon. E In Italia, gli enti preposti alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono proprio le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.
Di recente, dopo Triparni di Vibo e Rombiolo, una importante azione di monitoraggio della presenza di gas radon è stata effettuata anche nel vicino comune di San Calogero, dove sono stati posizionati dei dosimetri in edifici pubblici e privati, un azione – voluta dall’amministrazione comunale cittadina guidata da Nicola Brosio che ha aderito al progetto che l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), sulla base di una convenzione siglata con l’Inail, ha realizzato per il monitoraggio del radon in provincia di Vibo Valentia – i cui risultati saranno poi illustrato un una pubblica iniziativa.
La valutazione del livello di concentrazione del radon in un dato ambiente confinato, domestico o pubblico che sia, è fondamentale al fine di valutare la dose assorbita da un individuo che vi staziona all’interno, ed individuarne, di conseguenza, le più opportune azioni di rimedio.