Il Castello di Pizzo nell’itinerario Anas.

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“Nelle scorse settimane sono stati presentati i 7 percorsi che ANAS promuove per scoprire i luoghi più belli visitabili percorrendo la nuova autostrada del Mediterraneo (la Salerno-Reggio Calabria). Ringrazio il MIT e l’ANAS per la grande considerazione data alla nostra Città, presente direttamente nel percorso dei Castelli, con la promozione del Castello aragonese legato alle vicende storiche di Gioacchino Murat, nel percorso dello sport, dove si suggerisce Pizzo come luogo ideale per praticare il parapendio, ed anche nel “percorso del gusto” nel quale si suggerisce la degustazione del nostro ottimo tartufo gelato”.

Lo ha scritto oggi, sui social network, il sindaco di Pizzo calabro, Gianluca Callipo che – dopo aver postato la foto dell’articolo del Corriere della Sera di oggi che ne parla – ha altresì aggiunto “queste sono ulteriori occasioni per promuovere una città che si sta facendo sempre più bella e che merita di essere conosciuta per proseguire nel percorso che abbiamo avviato di valorizzazione turistica. 

Maniero della seconda metà del XV secolo in cui, nel 1815, fu imprigionato e condannato a morte per fucilazione il Re di Napoli Gioacchino Murat – il Castello che porta il nome del sovrano francese – fu edificato in due periodi storici diversi. La prima parte di esso era costituita dalla sola torre più grande detta Torre Mastia o di avvistamento. La sua costruzione rientrava nel sistema difensivo attuato dagli angioini per la difesa dei centri abitati costieri dalle incursioni saracene e risale alla fine del 1300. Proseguito cento anni dopo da Ferdinando I D’Aragona, esso rientrava in quel processo di fortificazione delle coste dell’Italia meridionale il cui scopo era quello di contenere le scorrerie saracene che infestavano i mari del Sud.

L’Aragona, infatti, rimasto solo contro i turchi, cercò di rendere sicuro il suo Regno, fortificando i luoghi costieri più esposti alle scorrerie saracene, e con l’ordinanza del 12 novembre 1480, decretò, per la Calabria, la fortificazione di Reggio e la costruzione di castelli a Crotone, Cariati, Corigliano, Belvedere, Pizzo ed altri luoghi. Per Pizzo fu disposto di aggiungere alla torre angioina già esistente, un massiccio corpo rettangolare, munito di una torre a tronco conico, alquanto più piccola della precedente, e di costruire poco più in basso, a strapiombo sulla Marina, una torretta di guardia. I lavori si protrassero dal 1481 al 1485.

Ultimata la sua costruzione, il nuovo Castello, fornito di archibugi e di artiglieria, ebbe un presidio di soldati, sotto il comando di un Ufficiale. Esso non fu mai una residenza signorile, ma sempre fortezza militare e prigione.

Feudatario era il Conte di Mileto, Carlo Sanseverino, a cui fu poi tolto per aver partecipato alla congiura dei baroni contro il re. Nel 1505 venne ceduto da Ferdinando il Cattolico ai De Mendoza e per Successione ai De Silva, duca dell’Infantado fino al 1806 anno dell’abolizione della feudalità. Passato al demanio, venne ceduto nel 1884 al Comune di Pizzo. Con Decreto del 3 giugno 1892 fu dichiarato “Monumento Nazionale”.

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