Nicotera Marina, i canali d’irrigazione ostruiti da canneti e altri materiali. E’ alto il rischio esondazione

Nessun commento Share:

fosso san giovanniLa pioggia continua a cadere sul territorio nicoterese, i torrenti si ingrossano, la preoccupazione aumenta. A Nicotera Marina e nelle campagne circostanti si segue con particolare attenzione l’evolversi della situazione riguardante i corsi d’acqua e, soprattutto, i canali d’irrigazione. Lo stato di allerta è legato, in particolare, al timore che i temporali che si stanno abbattendo sul vicino triangolo Rosarno-San Ferdinando-Gioia Tauro possano spostarsi in direzione Nicotera e provocare danni ed allagamenti. Nel corso di una recente ispezione alle condotte fognarie che dal capoluogo arrivano al vecchio depuratore per poi essere canalizzate verso il megadepuratore di Gioia Tauro, agli occhi dei commissari straordinari Michela Fabio e Adolfo Valente, nonché dei componenti del Movimento 14 luglio, del personale della Capitaneria di porto di Vibo Marina e dei Carabinieri di Nicotera Marina s’è presentato lo spettacolo sconcertane della rete dei canali di irrigazione del tutto ostruiti da folti canneti e materiali terrosi. Probabilmente la pulizia di fossi e canali non viene effettuata da anni. La manutenzione della rete di irrigazione oggi sarebbe passata completamente alla Regione. Il problema non è cosa da poco.

Il rischio esondazione è alto anche perché, stando a quanto emerge in una relazione della Capitaneria di Porto, ci sarebbe da seguire con la necessaria attenzione i flussi d’acqua che interessano il collettore Ravello. Lo stesso prende origine dal Mesima, viene utilizzato per irrigare gli agrumeti e tutte le acque non utilizzate arrivano al fosso San Giovanni per poi finire in mare. Nel periodo invernale, venendo meno la necessità dell’irrigazione, le acque diventano più abbondanti e, in caso di temporali, possono straripare e creare danni specialmente se il canale è ostruito. Discorso non diverso per il fosso San Giovanni nel quale confluiscono, oltre alle acque del Ravello, anche le acque piovane provenienti dalla collina compresa tra Nicotera e Limbadi, nonché quelle dei torrenti San Pietro, Gallotta e Santa Barbara. Una decina d’anni fa proprio il San Pietro, a seguito di un violento temporale, vide le sue acque straripare e provocare ingenti danni nelle vicine campagne devastate da fango e sabbia. Al momento, non essendo ipotizzabili interventi immediati da parte della Regione, non c’è che da incrociare le dita.

Condividi questo Articolo
Previous Article

Sogefil, il Tribunale di Cosenza non ammette il Comune al risarcimento La commissione straordinaria presenta appello

Next Article

Studenti calabresi in visita nei luoghi dell’Olocausto .

You may also like