Giuseppe Mangialavori escluso dal consiglio regionale.

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“Il Tar della Calabria ha dichiarato la mia decadenza dalla carica di consigliere regionale. Il mio posto sarà occupato da Wanda Ferro alla quale auguro un proficuo lavoro ricco di positivi e fecondi risultati politici e amministrativi”. E’ questo l’incipit di un lungo post pubblicato oggi sui social network, con il quale il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori ha annunciato la sentenza del TAR che ha assegnato a Wanda Ferro il suo scranno. 

“Il primo pensiero – continua l’esponente politico – è rivolto ai miei elettori e ai tanti amici che hanno seguito le mie iniziative di questi due anni al servizio della politica regionale. È proprio da loro che ho tratto la linfa vitale per portare avanti battaglie e proposte orientate da un solo obiettivo: offrire un contributo per una Calabria migliore, più libera, moderna ed emancipata da ogni necessità. Indipendentemente dal mio futuro ruolo, continuerò ad osservare le dinamiche politiche calabresi e ad impegnarmi per renderle più coerenti con le ragioni della crescita e dello sviluppo della comunità calabrese.
In questa esperienza ho avuto modo di constatare le mille tante difficoltà che impediscono a questa regione di superare le criticità urgenti e profonde. E ciò ha rafforzato la mia idea di quanto sia necessario stimolare il senso della partecipazione politica e correlare il soddisfacimento dei diritti all’inderogabilità dei doveri. Questa terra ha problemi immensi. Ma ha anche risorse significative.
I primi non potranno mai scoraggiare gli animi coraggiosi; per essere superati hanno bisogno di raziocinio e tenacia. Le seconde per affermarsi vanno (realmente) ancorate al merito, unico mezzo per eliminare privilegi, intolleranza e sopraffazione. Sono consapevole di non essere riuscito a centrare tutti i risultati sperati. E ciò anche per la modestia temporale del mandato. Posso comunque assicurare che non ho lesinato energie e ciò mi rende decisamente fiero.
Perché nulla mi rende così orgoglioso – conclude Mangialavori -della consapevolezza di avere operato per la crescita della comunità d’appartenenza. Un ringraziamento anche al mio legale di fiducia, Stefano Luciano per essersi impegnato con estrema professionalità nella mia difesa giudiziaria. Un ultimo pensiero è rivolto alla Calabria e ai Calabresi. Ho perseguito l’obiettivo della verità incessantemente. Orgoglioso di avere conosciuto e incontrato molti calabresi disposti ad ascoltarla ed a sostenerla”.

Così per colpa di una legge elettorale assurda e pasticciata approvata – per ironia della sorte – sul finire dell’era Scopelliti, il vibonese perde quello che, almeno all’interno della minoranza, si era distinto per un opposizione vivace e costruttiva, e per il suo stile: pacato, politicamente corretto, attento alle esigenze del territorio. Non c’è stata infatti battaglia, piccola o grande che sia – ma sono tutte egualmente importanti – in cui Mangialavori, proprio come fa ogni buon medico (e lui è specializzato in radiodiagnostica e senologia) non sia accorso per ascoltare le ragioni della gente, capire, riflettere, avanzare critiche o suggerimenti. Di questo gli va dato atto e sono molti oggi – non solo tra le file dei suoi tanti sostenitori – a esprimere rammarico per la sentenza del TAR.

L’ultima speranza del giovane politico vibonese ora è il Consiglio di Stato nel quale egli forse spera di trovare “quel giudice a Berlino” a cui si rivolse nel 700 il mugnaio di Potsdam. A prescindere da questa vicenda continuerà il suo impegno politico e molti sono convinti che presto torneranno a sentir parlare del giovane, volitivo, medico vibonese.

Secondo il TAR comunque l”ufficio centrale regionale avrebbe dovuto riservare a Wanda Ferro l’ultimo dei seggi spettanti alle liste circoscrizionali a lei collegate in applicazione di una legge in materia del 1968, che stabilisce – per l’appunto – come l’ufficio centrale regionale debba riservarsi, a tal fine, “l’ultimo dei seggi eventualmente spettanti alle liste circoscrizionali collegate con il capolista della lista regionale proclamato alla carica di consigliere” – nella fattispicie – il seggio attribuito alla lista “Casa delle libertà” presentata nella circoscrizione centrale della Calabria assegnato erroneamente a Giuseppe Mangialavori.

I giudici amministrativi regionali hanno quindi accolto il ricorso di Wanda Ferro contro la Regione Calabria per il mancato riconoscimento del diritto a sedere in Consiglio regionale quale candidata alla presidenza della giunta regionale (pur sconfitta). Secondo gli stessi giudici – oltre al seggio in Consiglio regionale occupato di diritto dal presidente Oliverio, l’altro seggio doveva essere individuato nel candidato alla carica di presidente della Giunta regionale che ha ottenuto più voti dopo il presidente eletto – il cosidetto “miglior perdente”.

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