La situazione delle ferrovie in Calabria analizzata da Legambiente.

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Come ogni anno, all’entrata in vigore dell’orario invernale, Legambiente lancia la Campagna denominata “Pendolaria” con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia. Un settore importante dato che – come ci ricorda la stessa associazione ambientalista in suo report scaricabile da internet – “sono circa 3 i milioni i pendolari che ogni giorno si spostano in treno, per raggiungere i posti di lavoro e di studio, tra carrozze sovrafollate, degrado, ritardi”.

E’ un viaggio interessante che ci fa capire le tante problematiche che esistono intorno ad una infrastruttura – quella ferroviata – da sempre fondamentale non solo per lo sviluppo economico ma anche per la stessa qualità della vita di una qualsivoglia nazione civile.

Cominciamo innazitutto col dire che sono 335 le corse attive su tutto il territorio regionale: 173 delle Ferrovie dello Stato e 162 delle Ferrovie della Calabria. Ma il primo dato che colpisce è che le ferrovie calabresi – nel periodo 2010-2016 -sono quelle che hanno avuto più tagli sui servizi rispetto a quelle registratisi nelle altre regioni taliani (-26.4%). In compenso però, le tariffe sono lievitate del 20%. Un aumento minore rispetto a quello di gran parte delle regioni italiane ma pur sempre consistente, se rapportato alla qualità del servizio e ai tagli effettuati.

Sconcerta poi il fatto che, a fronte di una età media di 17,2 anni, registrata a livello nazionale, l’età media dei treni che circolano sul territorio regionale è di 22,1 anni, un valore che è il quarto più elevato  tra quelli delle varie regioni della penisola, dopo quelli di Sicilia (23,2), Basilicata (23,3) e Abruzzo che, con il 24,1 di età media, detiene questo certo non ambito primato. I treni in servizio da più di un quindicennio – sul totale complessivo dei 129 operativi sull’intero territorio calabrese – sarebbero poi addirittura il 71, 3% del totale, contro il 69,1% della media nazionale. Un dato negativo superato solo da quelli della Sardegna (72,4%) e del Molise (77,3%) ma che rivela un distacco abissale, quando lo si confronta con il 44,2% delle Marche, il 36,1% del Piemonte, il 27,7% del Lazio e il 18.5% della Toscana.

“Ad essere più colpita e penalizzata – sempre secondo Legambiente – è sopratutto la fascia Jonica anche se, in generale -sia che si tratti di convogli gestiti da Trenitalia o che di quelli di Ferrovie della Calabria, si vedono circolare treni (circa 120 in tutto) che aggravano la già difficile situazione del servizio, creando molto spesso ritardi a causa di porte guaste. Anche i livelli di comfort dei pendolari sono desolanti vista l’assenza di climatizzatori nella grande maggioranza delle carrozze e dei guasti molto frequente anche ai servizi igienici”.

Legambinete inoltre, include la tratta “Reggio calabria – Taranto” tra le dieci peggiori d’Italia. Questa linea – si legge ancora nel report – potrebbe rappresentare la spina dorsale dei collegamenti tra le diverse regioni, i centri turistici e i porti, garantire un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori e di invece è in uno stato di degrado incredibile, con tagli ai collegamenti e una situazione mortificante per i pendolari. Con il nuovo orario da Reggio a Taranto, vi saranno solo 4 collegamenti al giorno (di cui un solo Intercity diretto con oltre 7 ore di viaggio) e il treno più veloce impiega 6 ore e 15 minuti, con tre cambi a Paola, Castiglione Cosentino, Sibari. Ma da Sibari il treno non c’è più, per cui si continua in pullman. Pulmann che addirittura risultano più competitivi: ad esempio partendo da Villa San Giovanni, impiegano 5 ore e 45 minuti”.

“Eppure l’infrastruttura – si legge ancora nel report – esiste dal 1875, con 470 km lungo la costa e un enorme bacino di utenza, pari a più della metà della popolazione calabrese. Purtroppo la linea continua a vedere ennesimi assurdi tagli al servizio, pari al 20% dal 2010, con la cancellazione di 2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali. Continuiamo ad assistere da parte del Governo e delle Regioni all’assenza di qualsiasi idea di rilancio, che porta di fatto all’abbandono della linea jonica a vantaggio del trasporto attraverso pullman con investimenti stradali. La linea è a binario unico, ma l’obiettivo non deve essere il raddoppio (perché si può aumentare enormemente il numero di treni senza problemi) ma l’elettrificazione (oggi presente solo tra Taranto e Sibari) e il potenziamento del servizio con nuovi collegamenti e moderni treni, come dovrebbe essere scontato in un Paese europeo. È bene poi ricordare come il taglio di 20 milioni di euro delle regione Calabria, a partire dalla metà del 2014, ha portato alla soppressione di altri treni regionali tra Reggio Calabria e Metaponto”.

Unica nota positiva riscontrata è che da quest’anno “Va meglio tra Sibari e Catanzaro con l’introduzione di 2 nuovi treni Swing diretti, ma la condizione dei pendolari su questa linea storica rimane critica e l’offerta inadeguata, anche a causa di una infrastruttura che necessita di un drastico ammodernamento”.

Thomas Arnold direttore di una delle più prestigiose Public Schhols inglesi, quella di Rugby – città della contea del Warwickshire, che ha dato i natali alla celebre disciplina sportiva e diventata in quei tempi uno dei principali snodi ferroviari di un paese che già nel 1839 poteva vantare 3000 chilometri di reti ferroviare – disse un giorno: “La ferrovia ha ucciso il feudalesimo. Che l’Onnipotente sia lodato”. In Calabria forse il feudelasimo non è ancora tramontato e dobbiamo invece affidarci proprio all’Onnipotente…….

 

 

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