Müller striglia i vescovi. La Amoris Laetitia va letta nel solo rispetto della dottrina della Chiesa, senza porre i “Dubia” che interpretano aperture che con essa contrastano.

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«La Amoris Laetitia va interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa…. Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris Laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l’insegnamento del Papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica». Sono le chiare affermazioni del cardinale Gerard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Al silenzio del Papa, ha risposto nei giorni scorsi il Cardinale Müller per dire che nella Amoris Laetitia, tutti i dubbi che si possono  leggere, sono dubbi che provengono da una cattiva e libera interpretazione su ciò che non va. Il Cardinale prosegue nel dire che ciò che scrive il Papa, non può essere interpretato a piacimento, perchè è “La dottrina della Chiesa” il punto di riferimento, di Amoris Laetitia ed il pensiero del Papa, seppur possa sembrare concedere aperture, non lo fa affatto. Questa lettura sicuramente da un colpo alla cerchio e una alla botte e chiude intelligentemente e teologicamente la querelle, salvando il Papa dalle interpretazioni fuorvianti e stoppando i “Dubia”. In sostanza, Il Cardinale Müller con questo suo intervento, crea un precedente che diventa argine per tutti, Papa compreso. In caso di “Dubia”, non servono raccolta firme ma basta rifarsi solo e sempre, alla dottrina della Chiesa Il Cardinale Müller, con questo suo intervento, esclude la possibilità della comunione per i divorziati risposati: «Non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce peccato mortale». Mancanza di misericordia? Niente affatto: «Noi siamo chiamati ad aiutare le persone, poco a poco, per raggiungere la pienezza nel loro rapporto con Dio, ma non possiamo fare sconti», afferma Müller.

«A tutti questi che parlano troppo – è la risposta del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – raccomando di studiare prima la dottrina sul papato e sull’episcopato nei due concili vaticani, senza dimenticare la dottrina sui sette sacramenti».

Il cardinale Müller spazza via il politicamente corretto in tema di ecumenismo. «La riforma protestante – ha osservato Müller – non deve essere semplicemente intesa come una riforma da alcuni abusi morali, ma bisogna riconoscere che andava a incidere sul nucleo del concetto cattolico di Rivelazione». «Si può sempre riformare la vita morale, le nostre istituzioni, università, strutture pastorali; è necessario anche sbarazzarsi di una certa mondanizzazione della chiesa.

Müller afferma – «ci sono errori dogmatici fra i riformatori che noi mai possiamo accettare. Con i protestanti il problema non sta solo nel numero dei Sacramenti, ma anche nel loro significato». Müller ha poi messo in guardia, per quel che riguarda l’ecumenismo, dal relativismo e dall’indifferenza verso i temi dottrinali: «Per cercare l’unità non possiamo accettare di “regalare” due o tre sacramenti, o accettare che il Papa sia una specie di presidente delle diverse confessioni cristiane».

Di sicuro il cardinale Müller ha voluto lanciare un avvertimento a chi crede di poter liquidare facilmente la dottrina (che altro non è che il contenuto della Rivelazione di Gesù) pensando così di andare incontro alle esigenze dell’uomo moderno.

 

 

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