Avis ha presentato lo studio che dimostra l’importanza sociale della cultura della donazione.

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Presso la Sala Mappamondo della Camera dei Deputati, Avis nazionale ha presentato un importante studio di ricerca e analisi sull’impatto socio economico che l’Associazione ha effettuato sul territorio nazionale, anche rispetto al panorama europeo e mondiale. Lo studio in questione – che è stato chiamato con un bel gioco di parole, “La Vis Di Avis” – è stato commissionato a CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria) dell’Università Commerciale Bocconi.

La presentazione – come dicevamo – si è tenuta a Roma alla presenza del Sottosegretario On.le Luigi Bobba. Nel corso dell’assise, Vincenzo Saturni, Presidente Nazionale Avis, ha spiegato che “il volume propone la definizione di un modello di valutazione che misura, qualifica e comunica gli impegni sociali ed economici indotti dalle attività che Avis stessa promuove, e offre un contributo al dibattito sollevatosi a vari livelli attorno al tema della Valutazione di Impatto Sociale”.

Sono infatti oltre otto gli euro restituiti in media alla comunità per ogni euro investito nelle attività del volontariato del sangue. Un dato non da sottovalutare.

Un investimento che l’Associazione Volontari Italiani Sangue configura nella tutela tanto del donatore associato quanto nel donatore indipendente. La donazione infatti – emerge dallo studio – monitora lo stile di vita della comunità, garantisce una maggiore conoscenza delle patologie del soggetto, si trasforma come soddisfacimento e appagamento della persona (in questo caso, del donatore ) rispetto al gesto compiuto ( anonimo, gratuito e volontario), ma è anche un capitale sociale che si ripercuote sul benessere psicologico, come anche sulla formazione e sulla cultura. Ma sopratutto il volontariato, diventa quel valore aggiunto alla sensibilità di ognuno verso la società in generale.

“Potremmo dire che la donazione risulta essere un concetto di opportunità” – ha spiegato ai presenti l’On.le Bobba – per crescere anche in termini di attività istituzionali”: è da queste realtà così intense e radicate sul territorio che si evince del resto, la necessità di intervenire sulle leggi, come accade con la riforma del terzo settore e la riforma del Servizio Civile Nazionale, che si apprestano ad ampliare l’impegno della Pubblica Amministrazione a garanzia di un mondo giovanile che ha bisogno di risposte e di opportunità.

“La Vis di Avis” dunque è un volume che spiega poi, a chiare lettere e numeri, l’impegno di una Associazione capace di arrivare a tutti, anche dove le risposte del Sistema Sanitario Nazionale sono difficili da monitorare; un’impegno realizzato sopratutto grazie a quella che – l’Avis per l’appunto – da 90 anni ( nel 2017 Avis festeggia, dal sogno di Formentano, il suo 90° compleanno ) si propone come rete sociale che ruota attorno al volontariato, ai suoi valori e alla sua costante presenza.

Nello studio di ricerca emerge poi anche una regione come la Calabria in cui Avis Regionale, guidata oggi dal Presidente Rocco Chiriano, rappresenta una realtà compatta che si impegna sul territorio per garantire non soltanto il soddisfacimento delle risposte – anche quando queste riguardano non solo il territorio regionale- ma si propone come modello per la società, specie se si pensa alle generazioni future. È in questa direzione che Avis Nazionale ha inteso quindi specificare perché oggi più che di donazione di sangue, si parla di cultura di donazione e di stili di vita. Dunque, il nostro Paese, nella cultura del dono, rappresenta una eccellenza nel panorama europeo e mondiale, tutelato tanto dalle Istituzioni quanto di questa bella realtà associativa.

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