Preti coraggio sotto attacco per il loro impegno nel sociale. Solidarietà e vicinanza.

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Un vile atto intimidatorio nei confronti di un prete coraggio della periferia di Reggio Calabria. Incendiata l’autovettura del parroco del quartiere Bocale. Nella notte ignoti hanno appiccato il fuoco, mentre era parcheggiata nelle adiacenze della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Completamente distrutta l’autovettura, nonostante il pronto intervento dei Vigili del fuoco. Anche la facciata della chiesa è stata danneggiata dalle fiamme. Indagano i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria.

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don FrancescoImmediata e ferma la posizione del Sindaco Giuseppe Falcomatà che ha espresso piena vicinanza e solidarietà a Don Giuseppe Cosa, per il vile attentato subito, stringendosi insieme ai suoi parrocchiani. “Sono certo che gesti come questo non fermeranno la fervida attività della chiesa di Bocale che in questi anni ha assunto un’importante funzione sociale riconosciuta dall’intera comunità”, ha affermato Falcomatà, riconoscendo a Don Giuseppe un grande impegno nel raccordo operoso per il dialogo di tutta la società civile, fautore di iniziative di stimolo tra le associazioni e i parrocchiani.

Un don Giuseppe che molto sembra somigliare a Don Francesco Vardè, parroco della Cattedrale di Nicotera che, in questi mesi, al pari di don Giuseppe, si sta adoperando per un dialogo tra associazioni, forze sociali, politiche e culturali, in un ambiente da mesi rappresentato in frantumi, come quello di Nicotera. Preti coraggio apprezzati per il loro impegno dalla parte sana della comunità, ma sicuramente disprezzati da chi, nel disagio sociale, nella incultura e nell’odio, trova l’humus per il malaffare e per mestare nel torbido. Preti in prima linea che ci mettono la faccia, impegnandosi in settori dove i laici avrebbero dovuto fare la loro parte, abdicando così, per colpevole inerzia o per troppa tiepidezza.

I preti coraggio sopperiscono, momentaneamente a questo ruolo del laico aprendo le porte dei loro centri di incontro a dibattiti e confronti, utili a riaprire un dialogo dove altri hanno fallito nei loro tentativi. Spesso si pontifica sui social, sui blog, rimanendo nell’ombra inoperosa, purgandosi la coscienza con il dire e mai con il fare, dimostrando così, di essere privi di coraggio e determinazione.

Social e blog e quant’altro, dove si nascondono uomini e donne inette, pronte a sporcare l’opera dei preti coraggio che lottano per il recupero di un tessuto sociale disgregato e lacerato, per poi essere ingiustamente accusati dagli stessi inetti, di trasformare la parrocchia in laboratorio politico.

Atteggiamenti e comportamenti pericolosi che  espongono i preti coraggio ad atti inconsulti di facinorosi, o peggio ancora, di malavitosi.  Il vile attentato di Don Giuseppe a Bocale ne è la prova vivente di un atto deprecabile e condannabile da parte di tutta la società civile e  dei parrocchiani di tutte le parrocchie.

Una piena solidarietà a chi si batte per il recupero sociale, combattendo la mafia e la delinquenza comune, privi ormai anche del minimo barlume della ragione umana, mossi sotto la spinta irrefrenabile dell’ istinto bestiale.

 

 

 

 

 

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