Paola Perego. La bufera non si placa e si indigna anche la donna dell’est Europa

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Dopo le polemiche sollevate dal talk show di Rai1 che ha mandato in onda una lista di sei motivi per cui è meglio scegliere una fidanzata dell’Europa orientale

Ha sollevato un terribile polverone la lista sulle donne dell’Est mandata in onda dal programma televisivo di Rai1 “Parliamone sabato”, accusato di sessismo e per questo chiuso.
Nel talk show condotto da Paola Perego venivano presentati sei motivi per i quali gli uomini italiani preferirebbero una fidanzata dell’Est. Fra le presunte ragioni emergevano punti come “perdonano i tradimenti”, “sono tutte mamme ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo”, “sono disposte a far comandare il loro uomo” e “sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni”. La lista ha scatenato un polverone di polemiche causando la chiusura della trasmissione, accusata di sessismo.

Stereotipi che hanno indignato il pubblico e che hanno portato alla cancellazione della trasmissione. Paola Perego intervistata dalle Iene , in lacrime ha cercato di difendersi e giustificare …ma tutto è sembrato inutile.

Il clamore della trasmissione di Rai 1 non poteva non giungere alle televisioni dell’Est Europa creando anche da loro l’indignazione e la protesta. Un noto giornale sovietico ha chiesto direttamente a tre donne russe Karina Pipija sociologa, Irina Izotova esperta di immagine e Irina Gurinova,  produttrice che vive in Italia, cosa pensano dei cliché di genere e quale sia, secondo loro, il ruolo del gentil sesso nella società.

Karina Pipija, sociologa del Centro Levada

Al giorno d’oggi la donna in Russia continua a essere vista attraverso stereotipi di genere di stampo patriarcale, secondo i quali non può vantare diritti per sé né comportamenti particolari. E la disparità nello stipendio legata a questioni di gender è un problema riconosciuto da entrambi i sessi. L’immagine della donna è spesso confinata alla cerchia della famiglia e i diritti civili e politici non trovano grande supporto.

Irina Izotova, ideatrice e curatrice del Moscow Femfest 2017

 Da quel che vedo, all’estero si è radicato un doppio stereotipo sulle donne russe; da una parte vengono viste come mogli “ideali”, accomodanti, tradizionali. Dall’altro sono considerate frivole. Ci sono casi che confermano entrambe le ipotesi, ma non rispecchiano il quadro completo. Siamo una società poliedrica, se facessero vedere un simile sondaggio qui da noi molti si metterebbero a ridere.

Gli stereotipi di genere sono immagini condivise e prescrittive su come dovrebbe essere idealmente una persona a seconda del proprio sesso. Esistono anche in Russia, ovviamente, e riguardano uomini e donne. “Mettiti una gonna lunga, prepara il borshch, porta le pantofole a tuo marito, non fare domande e non ti lascerà mai!” insegnano ai corsi di “autentica femminilità”.

Alina Gurinova, produttrice. Vive in Italia da 5 anni, convive con un italiano

Vorrei subito dire che il concetto di “donna russa” nella realtà italiana praticamente non esiste. Si usa più sovente l’espressione “donna dell’est”, anche se gli stessi italiani non hanno ben chiaro a quali Paesi ci si riferisca con questo termine. Si intendono in realtà gli Stati dell’ex Unione Sovietica e dell’ex Jugoslavia.

È giusto analizzare la situazione da un punto di vista globale. Siamo diventate cittadine del mondo, come si dice, la divisione in “italiana, inglese, svedese” sta scomparendo e rimangono, come secondo me è giusto che sia, soltanto Fabiana, Alina, Jane e Ingrid.

Interviste fonte RBTH

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