Federcaccia sul piede di guerra, punta il dito contro la Regione.

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La sezione di Vibo della Federazione italiana della Caccia stigmatizza con una nota l’operato della Regione Calabria, che “attraverso una stringata comunicazione del 5 aprile ha reso nota la riapertura della caccia di selezione nei comuni di Filogaso e Maierato con una modalità opposta a quella che la stessa Regione aveva stabilito con proprio regolamento” poichè “il regolamento recita che “la segnalazione preventiva delle singole uscite con indicazione delle località interessate sarà comunicata obbligatoriamente per iscritto all’Atc di riferimento dai selettori interessati. Posteriormente all’intervento il selettore dovrà indicare in una scheda la località, il numero dei capi abbattuti, l’avvenuto controllo sanitario”.

“Ora – a detta dei cacciatori – pare che l’Atc VV1 non è stato informato e quindi, quanto avvenuto, rappresenta una gravissima mancanza, poiché uno degli scopi della caccia di selezione è ottenere dati sulla effettiva consistenza delle popolazioni di animali e sulla loro struttura, tanto più che spetta sempre all’Atc l’organizzazione e la gestione della caccia nel proprio territorio”

Vi è poi un altra questione e cioè che “all’Atc è pervenuta una sola segnalazione di danni da cinghiale che riguarda il Comune di Maierato e nessuna il Comune di Filogaso” evidenziando altresì che “la Regione pur disponendo delle risorse necessarie per liquidare i danni subiti dagli agricoltori negli anni passati, non ha sempre ottemperato,  ma soprattutto non mette in atto quelle misure di prevenzione necessarie per mitigare l’impatto delle popolazioni di cinghiale presenti, quali ad esempio le difese meccaniche (es. filo elettrificato), o misure alternative a basso impatto come possono essere i miglioramenti ambientali (con colture specifiche in prossimità di aree boscate) che hanno anche lo scopo di attenuare la migrazione dei cinghiali da un territorio ad un altro”.

I cacciatori poi, siccome il regolamento dispone che  “il controllo sulle attività dei selettori sarà richiesto alle forze dell’Ordine e la relativa comunicazione verrà inviata alle Guardie giurate venatorie volontarie, per tramite delle associazione di appartenenza” non sanno se effettivamente “tali comunicazioni siano state fatte alle forze dell’ordine mentre per quanto attiene le Guardie venatorie è certo che non sono state informate”.

Infine – per quanto riguarda i criteri adottati per la scelta dei selettori – secondo i cacciatori “appare strano il fatto che, pur avendo la Provincia di Vibo Valentia, 75 selettori formati che conoscono bene questo territorio, dei  quattro o cinque, nominati dalla Regione, due provengono da altra provincia della Calabria e a questo va aggiunto che alcuni agricoltori lamentano scorribande notturne di mezzi che attraversano i campi procurando evidentemente ulteriori danni. Se questo fosse ascrivibile a coloro i quali effettuano battute di selezione, sarebbe una gravissima violazione, rispetto alla quale la Regione non può rimanere inerte o non attuare le necessarie e cogenti verifiche”.

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