E’ morto Piero Ottone: un grande giornalista italiano.

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E’ venuto oggi a mancare una delle più prestigiose figure del giornalismo italiano: Piero Ottone, pseudonimo di Pier Leone Mignanego.

Nato a Genova il 3 agosto 1924, nell’estate del 1945, mentre frequenta l’università, inizia la carriera giornalistica, portando notizie dalla provincia al quotidiano torinese Gazzetta del Popolo, diretto da Massimo Caputo. Il suo esordio avviene con la recensione di un libro Mission to Moscow, contenente i ricordi dell’ambasciatore USA presso la capitale sovietica. In seguito diverrà il corrispondente da Londra del quotidiano. Successivamente approda al principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera, per il quale è corrispondente da Mosca negli anni cinquanta, e poi redattore capo. Dal 1968 è direttore responsabile del Secolo XIX di Genova; nel 1972 viene richiamato a Milano per condurre il nuovo corso del Corriere della Sera, cui il direttore editoriale Giulia Maria Crespi volle dare una linea meno conservatrice.

Ottone fece un giornale europeo, civile e pluralista, provocando la reazione di quella parte dell’opinione pubblica che diffidava di questa linea “aperturista”. Il quotidiano di Via Solferino si aprì così alle voci meno conformiste della società, agli intellettuali e agli artisti meno conosciuti ,pubblicandoli in prima pagina al posto di paludati editoriali. E fu proprio sulle colonne del Corriere che Pasolini operò la sua lettura sulla trasformazione antropologica degli italiani che ebbe grande risonanza nel dibattito culturale del tempo. Ottone si sarebbe poi scontrato con Indro Montanelli, dopo lunghi mesi di dissidi e spaccature. Altre firme del Corriere seguiranno Montanelli alla nuova testata da lui fondata: il Giornale Nuovo.

Dopo la cessione del Corriere alla Rizzoli, Ottone viene riconfermato dal nuovo editore, ma nel 1977 rassegna volontariamente le dimissioni. Passa alla Mondadori assumendo l’incarico di consulente per i periodici e la televisione. Negli ultimi anni della sua vita ha scritto sporadicamente editoriali sul quotidiano romano la Repubblica e ha tenuto una rubrica fissa, Vizi & Virtù, sul settimanale Il Venerdì di Repubblica.

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