BCC di San Calogero e Maierato. Il 7 maggio si vota per il rinnovo delle cariche, tra polemiche, ma prevale il senso di responsabilità

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In foto, il commercialista Gennaro Davola.

Sono ormai delineati gli schieramenti per il rinnovo delle cariche sociali della BCC del vibonese, azienda nata dalla fusione tra le BCC di San Calogero e Maierato. A proporsi alla carica di nuovo presidente ci sarà Gennaro Davola con una lista di candidati a prima vista molto ben assortita che vede candidati alla carica di consigliere Umberto Aldo Brosio, Nicola Carmelo Cimato, Santo Cugliari, Francesco Grillo, Gregorio Pugliese, Eugenio Russo, Antonello Scalamandrè e Antonino Cirillo, sostanzialmente organico alla stessa lista pur se candidato in forma autonoma per evitare in corsa ogni problema interpretativo insorto sullo Statuto. Ad essi si affiancano i candidati alla carica di componenti del collegio sindacale Pasqualino Barbuto (presidente), Pasquale Contartese e Giuseppe Moschella (componenti effettivi), Di Zio Attilio e La Bella Francesco (componenti supplenti). Ai probiviri invece aspirano Francesco Barbieri e Maria Giuseppina Burrello (effettivi), nonché Maria Teresa Maragò e Cinzia Montesano (supplenti).

A fronteggiare Davola non ci sarà il vicepresidente uscente Franco Maccarone che, dopo aver tentato di costruire una sua lista, ha rinunciato alla competizione al foto finish ed in aperta polemica con l’attuale presidente Barone, ma appunto lo stesso Antonino Barone che ha dovuto sostituire tutti i suoi precedenti candidati tranne uno (Zucco) a causa della loro scelta di non candidarsi nella lista dell’attuale presidente o di correre in forma autonoma (Callipo, Capri, Grillo). Nella nuova competizione Barone sarà affiancato dai candidati Rodolfo Barbalace, Francesco Muzzopappa, Antonino Restuccia, Giorgio Stingi, Antonio Distilo, Giuseppe Pontoriero, Bruno Domenico Risoleo e Giuseppe Zucco. Per il collegio sindacale correranno Domenico Borello (presidenza), Giuseppe Navarra e Nicola Raffaele (effettivi), Renzo Federico Calabria e Francesco Termine (supplenti). Ai probiviri ci saranno Michele Comito e Pietro Chiappalone (effettivi) e Maurizio Bonanno e Domenico Ceravolo (supplenti). In forma autonoma correranno, oltre quindi agli uscenti Armando Callipo, Giorgio Capri e Giuseppe Grillo, anche Michele Maccarone e Pasquale De Rito.

Da registrare ancora una volta polemiche sull’operato dei vertici della BCC e della commissione elettorale circa alcune interpretazioni statutarie inerenti i requisiti di candidabilità e l’ammissibilità delle candidature, su cui la lista Davola, ritenendosi danneggiata, al momento pare voglia soprassedere, quanto meno fino giorno del responso delle urne, cioè il 7 maggio. Non a caso nelle varie missive inviate alla BCC la lista “Davola” ha notiziato dei fatti anche il Prefetto, sia a scopo informativo che anche per far predisporre idonee misure a tutela dell’ordine pubblico. E c’è da giurare che anche stavolta, a seconda di come si svolgeranno le operazioni, i rischi di tumulti saranno elevati. È storia recente, infatti, che molti soci hanno accusato il presidente Barone di comportamenti scorretti ed ai limiti della legalità, tanto è vero che ancora oggi pendono diversi procedimenti civili e penali. Con particolare riferimento alle sollevate questioni di ineleggibilità ai sensi dell’art. 33 a carico di Barone (derivanti dall’aver ricoperto la carica per oltre 4 mandati consecutivi) e suffragate da autorevoli pareri di societaristi e notai, disattesi dalla commissione elettorale, che ha ammesso la sua lista, Davola è stato lapidario: “vogliamo affrontare serenamente la competizione ed accettiamo le decisioni della commissione elettorale con tranquillità, rinviando a dopo le elezioni eventuali decisioni circa le impugnazioni da proporre”, continuando: “siamo sicuri che i soci hanno voglia di cambiare e pertanto attenderemo l’esito delle urne sapendo che in ogni caso Barone, ove mai dovesse vincere, decadrebbe immediatamente” . Il compito è arduo ma i nuovi eletti dovranno cercare di riportare la pace all’interno di una Azienda così importante per il territorio in cui forse hanno prevalso personalismi che ne hanno minato l’originaria nobile funzione.

 

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