Ancora nessuna certezza sull’identità del cadavere ritrovato a Nicotera

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Quando i vigili del fuoco arrivano nel piazzale lato Nord del lungomare di Nicotera Marina portandosi dietro il cadavere di un uomo ancora non identificato è quasi l’ora del tramonto. Ad aspettare l’epilogo di un movimentato pomeriggio c’è la solita folla di curiosi. Ci sono, tra gli altri, i familiari di un uomo – Antonio Elia, 66 anni, pensionato – scomparso a Rosarno lo scorso 20 aprile e convocati sul posto dai carabinieri per un eventuale riconoscimento. Cosa che non avviene lasciando sulla vicenda un alone di incertezza. La notizia del ritrovamento di un cadavere si è sparsa intorno alle ore 15 di ieri.

Di primo acchitto si parla di un extracomunitario probabilmente spinto sulla scogliera dall’ultima mareggiata. Una segnalazione anonima fa arrivare in località “Praicciola”, una zona pietrosa poco distante dalla foce del torrente Britto e difficile da raggiungere, i militari dell’Arma in Nicotera Marina e Nicotera. Ai loro occhi si presenta uno spettacolo spaventoso. Il corpo di un uomo in avanzato stato di decomposizione giace incastrato tra gli scogli ad una ventina di metri dal mare. Addosso ha ancora gli abiti. Per certo, non è di colore. Approssimativamente, la sua età viene collocata tra i 60 ed i 70 anni.

Muovendosi con grande prudenza tra gli scogli, arrivano a prendere atto della situazione il capitano Dario Solìto, comandante della Compagnia di Tropea ed il medico legale Katiuscia Bisogni, che effettua la ricognizione esterna del cadavere. Arrivano anche gli specialisti del Reparto scientifico dell’Arma. Vengono prelevati elementi necessari per effettuare l’esame del dna e dell’arcata dentaria. Sul corpo irriconoscibile non ci sono segni di violenza. I carabinieri effettuano anche un’attenta ispezione dell’area circostante, ma non pare sia stato trovato nulla di interessante. Poi, militari, ris e medico legale rientrano nell’abitato di Nicotera Marina lasciando campo libero all’intervento del vigili del fuoco, che, operando con l’abituale perizia, provvedono al recupero della salma e la trasportano all’obitorio.

Su disposizione dell’autorità giudiziaria, la dottoressa Bisogni provvederà oggi stesso ad effettuare l’autopsia. A margine dell’operato dei soccorritori va annotata la scena toccante del pianto a dirotto della figlia di Antonio Elia che vorrebbe raggiungere il luogo del ritrovamento per l’eventuale riconoscimento del padre. I carabinieri, alla fine, la convincono a desistere. Soltanto l’autopsia e gli esami che saranno eseguiti dal Ris potranno stabilire con certezza l’identità della persona trovata senza vita. Le probabilità che si tratti di Antonio Elia, comunque, non sono poche. Il pensionato – un fabbro ricordato da tutti come un artigiano di impareggiabile bravura – da un paio d’anni non godeva di buona salute. E’ stato visto l’ultima volta nel centro di Rosarno la sera dello scorso 20 aprile. Poi più nulla.

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