E’ tempo di bandiere verdi.

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E’ tempo di bandiere! Bandiere di ogni forma e significato. E’ quanto afferma il vice presidente Enzo Comerci del Movimento Politico “AZIONE DEMOCRATICA PER IL VIBONESE”

Il vessillo della Juventus si staglia nel cielo con la speranza concreta di essere piantato sul tetto dell’Europa mentre la bandiera del Fronte Nazionale, della Le Pen, solo per poco non è stata piantata sull’Eliseo rischiando di mettere in “pericolo” la Francia e l’Europa. La bandiera americana spinta dell’egoismo montante è come una canna al vento. In Italia le bandiere, quelle Blu, aumentano sensibilmente. Significando un netto miglioramento della qualità del mare e dei laghi: quest’anno il numero di spiagge, comuni e approdi con la bandiera blu è passato da 293 a 342, con il podio che vede nuovamente in cima la Liguria con 27, di cui 13 nella sola provincia di Savona, la Toscana 19, le Marche 17 mentre in Campania se ne contano 15. E la Calabria? Meglio dirlo a bassa voce. Solo 7. Se consideriamo che la Calabria è priva di industrie, che influiscono negativamente sulla qualità dell’aria e delle acque, che la superficie delle coste calabresi è di oltre un decimo di tutte le coste italiane, che la Liguria ha meno della metà delle coste della Calabria e addirittura le coste delle Marche sono meno di un quarto di quelle calabresi, che la Provincia di Vibo Valentia non ne ha conquistato neanche una. Se consideriamo, appunto, tutto questo non possiamo nascondere che quanto attribuito alla Calabria evidenzia l’ennesima bocciatura della classe dirigente locale e regionale che non ha saputo, o peggio, non ha voluto fare tesoro delle bellezze incommensurabile che il creatore ci ha regalato. L’unica fonte di sviluppo per la Calabria si chiama turismo ma con questi risultati, è chiaro, non si va da nessuna parte. Quando si capirà che non si può bivaccare ma occorre impegno e determinazione e una seria programmazione regionale. Tenere le nostre coste, le nostre spiagge, le nostre città più pulite, così come offrire maggiori servizi con un buon standard di qualità non solo è un dovere civico ma è anche il presupposto per creare sviluppo e occupazione.

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