Il Parco archeologico di Mileto torna a nuova vita

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E’ stato inaugurato nei giorni scorsi il Parco archeologico di Mileto un area di inestimabile pregio e valore per tutto il vibonese e non solo.

Il Parco è stato inagurato alla presenza del primo cittadino di Mileto Antonio Crupi, dell’assessore comunale Schimenti, del vescovo della diocesi di Mileto, mons. Luigi Renzo e dei rappresentanti delle due associazioni culturali alle quali il comune di Mileto ha affidato, tramite apposita convenzione, la gestione del sito, cioè Cristiana La Serra presidente di “Mnemosyne e Concettina Petea vicedirettrice del Gruppo Archeologico Medma, quest’ultima in rappresentanza del presidente del sodalizio in questione, Pino Licari.

Il Parco rimarrà aperto al pubblico tutti i venerdì, sabato e domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 e sarà possibile visitarlo, su prenotazione, anche al di fuori dei giorni di apertura. In questa prima fase sarà fruibile solo l’area della collina dove si potranno ammirare i resti dell’Abbazia benedettina della Santissima Trinità ma entro poco tempo grazie all’opera dei volontari – della protezione civile, dell’associazione Prociv Augustus e degli operatori di Calabria Verde, si procederà anche all’apertura al pubblico della parte rimanente che ospita i ruderi della Cattedrale e parte dell’antico Episcopio.    

Per Cristiana La Serra, l’apertura del Parco Archeologico si inquadra nel quadro del processo avviato con la cosidetta Convenzione di Faro (Portogallo) sul valore dell’eredità culturale per la società, secondo cui gli stati contraenti tra cui l’Italia, si sono impegnati a: 1) incoraggiare ciascuno a partecipare al processo di identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione dell’eredità culturale; 2) avviare una riflessione e un dibattito pubblico sulle opportunità e sulle sfide che l’eredità culturale rappresenta; 3) prendere in considerazione il valore attribuito da ogni comunità patrimoniale all’eredità culturale in cui si identifica e 4) riconoscere il ruolo delle organizzazioni di volontariato, sia come partner nelle attività, sia come portatori di critica costruttiva nei confronti delle politiche per l’eredità culturale oltre che 5) promuovere azioni per migliorare l’accesso all’eredità culturale, in particolare per i giovani e le persone svantaggiate. La stessa la Serra ha poi voluto sottolineare come l’apertura del Parco stesso sia il frutto della sinergia instauratasi tra attori pubblici, associazioni e professionisti.

Concettina Petea invece ha gettato uno sguardo al futuro affermando come siano già molti i progetti e le idee in cantiere in merito alla gestione del sito.

E poche ore prima dell’inagurazione la prima buona notizia in merito alla progettualità attivata è già giunta dal momento che il progetto presentato dalla “Mnemosyne” alla seconda edizione dell’Aviva Community fund è risultato tra i vincitori e, quindi, accederà ai 7.500 euro di finanziamento previsti.

Grazie a tale progetto, per le persone non vedenti o ipovedenti verranno realizzate delle attività sul tema “La ceramica in archeologia” dove, dopo brevi lezioni introduttive, ogni singola persona potrà partecipare costruttivamente alle attività conoscitive e di studio, partendo dai cocci rinvenuti in uno scavo e arrivando al manufatto musealizzato. Nel Museo statale, verranno poi organizzate delle esperienze pluri-sensoriali finalizzate a far conoscere la materialità dei reperti ivi conservati, coadiuvati da particolari effetti uditivi in cui, tra suoni e racconti, si farà rivivere l’epopea della conquista normanna della Calabria.

Per quanto riguarda le persone affette da Sindrome di Down, invece, sarà proposto il laboratorio “Dalla terra, con le mani”, cioè una serie di attività concentrate alla realizzazione di manufatti in argilla.

IL progetto prevede poi anche la realizzazione di un laboratorio rivolto agli immigrati minorenni – “Scavando si impara”.

Saranno infine realizzati percorsi educativo-didattici, con tanto di pannelli plurivalenti dotati di contenuti per normodotati, della trascrizione (in caratteri Braille, in inglese, in francese e in arabo) delle informazioni storico-archeologiche ivi presenti.

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