Oliverio scrive a Franceschini per riavere in Calabria il primo libro stampato in ebraico.

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Fu sicuramente il Sud Italia ad ospitare le prime comunità della diaspora ebraica conseguente alla distruzione del Tempio di Gerusalemme – 70 DC – sotto l’imperatore romano Tito. I primi ottomila ebrei difatti giunsero in Puglia già pochi anni dopo il triste evento e qui operarono alcune delle maggiori personalità del mondo rabbinico, come ad esempio Shabbetai Donnolo, medico, alchimista e astronomo medievale nato ad Oria, nel brindisino e morto a Rossano in Calabria.

Ma è a Reggio Calabria – quindi nella nostra regione – che spetta il primato di aver dato alle stampe il 18 febbraio del 1475 la prima opera in lingua ebraica – si tratta del saggio scritto dal rabbino francese Salomone Isaccide, il “Commento al Pentateuco” – stampata nella Giudecca della città dello stretto presso la bottega di Avrhaham ben Garton, tipografo reggino di origine tedesca, grazie ai finanziamenti dei commercianti di seta ebrei della città.

Una scoperta che si deve alla ricerca di Giovanni Bernardo De Rossi, presbitero, orientalista e bibliografo piemontese, docente alla Facoltà Teologica di Parma dal 1769 al 1821,  descritta nel suo “Dizionario storico degli autori ebrei e delle loro opere”, edito dalla Reale Stamperia di Parma nel 1802.  L’opera venne poi citata citata anche nella “Storia di Reggio Calabria” di Domenico Spanò Bolani e nelle ”Memorie delle Tipografie Calabresi ” di Vito Capialbi

Dopo la scoperta del De Rossi, il volume, insieme ad altri importanti documenti della cultura ebraica in Italia, venne infatti acquistato nel 1816 da Maria Luigia d’Austria per donarla alla Regia Bibliotheca Parmense, città dove ancora oggi si trova esposto. Il suo valore ammonterebbe a circa un milione di euro, giacchè ne esiste una sola copia.

Una scoperta eccezionale se si pensa che Guntemberg aveva stampato la prima bibbia in latino, in Germania, nel 1450, cioè appena un quarto di  secolo prima.

Un opera che però non si trova in Calabria, circostanza che ha spinto il  presidente della Regione Calabria, Mario Oliviero a chiederne il ritorno al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. Sarebbe intenzione del governatore Oliviero inserire questo ritorno nell’ambito di un progetto per il rilancio della presenza storica degli ebrei in Calabria, territorio che presenta numerose mete di interesse turistico e culturale, come i resti della grande sinagoga di Bova Marina, le numerose giudecche a Lamezia Terme, Nicotera e Vibo Valentia.

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