I migranti morti in mare resteranno in Calabria.

Nessun commento Share:

“Si sta lavorando ogni giorno e si sta facendo di tutto affinché le 11 giovani madri e, anche, due uomini che hanno perso i loro bambini nel tragico naufragio e i cui corpicini sono sbarcati sabato scorso a Crotone per essere sepolti, nei cimiteri della città e della provincia, possano restare in Calabria, vicino per sempre a quei loro piccoli angeli che un destino crudele ha strappato alla vita. E’ questa la risposta di civiltà della Calabria, di una terra solidale e accogliente”.

E’ quanto affermano, in una nota, Giovanni Manoccio, delegato della Regione per l’immigrazione e Franco Corbelli, coordinatore del Movimento Diritti Civili e delegato della Regione per la tutela e la promozione dei diritti umani. “Sin dal loro sbarco, sabato scorso, nel porto di Crotone – proseguono – siamo quotidianamente impegnati per evitare che quelle giovani sfortunate donne che hanno perso i loro bambini vengano adesso separate dai loro piccoli, sepolti in diversi cimiteri, della città pitagorica e in alcuni paesini della provincia crotonese. Per questo abbiamo già ottenuto un primo importante risultato evitando il trasferimento di queste donne lontano dalla Calabria.”

“Le abbiamo fatte restare nel centro di accoglienza di Crotone – affermano ancora nella nota Manoccio e Corbelli- in attesa di trovare per tutte loro una dignitosa sistemazione nella nostra regione. Una settimana fa, abbiamo subito contattato il vice prefetto di Crotone, Carolina Ippolito, per avere dalla prefettura la lista con i nominativi di queste donne e anche di due uomini, che hanno perso i loro bambini. Si tratta di sei donne dell’Eritrea e di cinque della Somalia, oltre due uomini, uno della Somalia e uno dell’Eritrea. Aspettiamo adesso di sapere dalla Questura di Crotone esattamente la formazione dei nuclei familiari di queste undici donne e due uomini, per poterli così ripartire nei diversi centri, scongiurando così la divisione delle famiglie.”

“Il Centro Sprar nazionale, del quale Manoccio, come è noto, è componente, è stato subito attivato – informano inoltre i due delegati – e ha dato il proprio assenso per questa iniziativa umanitaria. Siamo assai soddisfatti di poter dare almeno la possibilità di restare in Calabria a queste povere, sfortunate donne. Le scene strazianti di queste madri che, disperate, piangevano i loro bambini mentre venivano portati fuori dalla nave, sabato nel porto di Crotone, ci avevano profondamente colpito e commosso e per questo non le avevamo mai dimenticate, impegnandoci subito per scongiurare il trasferimento, lontano dalla Calabria.”

“Il dramma di quelle donne e di quei due uomini non può e non deve essere dimenticato. Per un fatto di umanità. Per questo chiediamo e ci impegneremo perché ciò avvenga – rimarcano Manoccio e Corbelli – affinché a queste povere, sfortunate donne venga concesso asilo nel nostro Paese, in modo che le stesse possano restare in Calabria, vicino a quei loro bambini strappati alla vita da un destino crudele. E’ questo un atto doveroso da parte di un Paese civile. Almeno questo diritto, per queste donne e per i due uomini, deve essere rispettato.” Per non perdere tempo, anche in questo fine settimana Manoccio e Corbelli hanno affrontato il problema incontrandosi ad Acquaformosa, nel luogo simbolo dell’accoglienza. “L’immane tragedia dei bambini e degli altri migranti deceduti, sbarcati sabato nel porto di Crotone – conclude la nota – dimostra, purtroppo, quanto sia importante e assolutamente urgente il Cimitero dei Migranti, la grande opera umanitaria, fortemente voluta da Corbelli, che, grazie alla Regione e al personale impegno del Presidente Mario Oliverio, si sta, finalmente, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli burocratici, per realizzare a Tarsia, per dare dignità alla morte di questi poveri, sfortunati bambini e altri immigrati.”

Condividi questo Articolo
Previous Article

Il 10 e l’11 giugno l’Agorà dei giovani” organizzata dalla diocesi.

Next Article

Si intravedono segni di pace, in occasione della ricorrenza dei 50 anni dalla liberazione di Gerusalemme da parte delle forze di difesa israeliane.

You may also like