“La volontà di Bergoglio di scomunicare mafiosi e corrotti è una grande notizia. Papa Francesco lo disse già tempo fa che il mafioso è scomunicato. Sono state affermazioni fortissime. Se arriverà anche l’atto formale, avrà un grande peso per organizzazioni come la ‘ndrangheta e le altre, che assumono rituali pseudoreligiosi nell’affiliazione, così come nelle cariche interne”. Ad affermarlo, in un’intervista alla Stampa, il procuratore capo di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho.
La scomunica, secondo il procuratore, dovrebbe, infatti, destabilizzare le cosche.
“I mafiosi – afferma – aspirano ad essere trattati come fedeli che meritano rispetto e sostegno, perciò ostentano le loro donazioni per le opere da compiere in un edificio di attività religiose. Una volta era una modalità per presentarsi alla gente in tutto il proprio carisma criminale. Capite, da un lato il crimine, dall’altro un sostegno da parte della Chiesa, o quantomeno un riconoscimento. D’altra parte non capitava solo qui, basti solo citare la Banda della Magliana. Era in tutta evidenza una forma di legittimazione che strumentalizzava la carità”.
“Messaggio importantissimo”, quindi, quello del Papa per Cafiero de Raho, che arriva anche dopo la decisione delle sospensioni delle cresime a San Luca, dove il 21 giugno, trenta adulti avrebbero dovuto prendere la cresima. “Tuttavia – dichiara – all’indomani del noto baciamano al boss, mi riferisco al fermo del latitante Giuseppe Giorgi da parte dei carabinieri, il vescovo ha sospeso le cresime”.
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