Direzione nazionale antimafia, “la ‘ndrangheta è presente in tutti i settori nevralgici della politica, dell’amministrazione pubblica e dell’economia”

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Presentata questa mattina a Roma, alla presenza del procuratore, Franco Roberti e della presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, la relazione annuale del 2016 della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

“Le risultanze delle diverse indagini – si legge – confermano la diffusa presenza della ‘ndrangheta in quasi tutte le regioni italiane nonché in vari Stati, non solo europei, ma anche in America, Stati Uniti e Canada ed in Australia. Continuano, poi, ad essere sempre solidi, i rapporti con le organizzazioni criminali del centro-sud America con riferimento alla gestione del traffico internazionale degli stupefacenti, in primis la cocaina, affare criminale in cui la ‘ndrangheta continua a mantenere una posizione di assoluta supremazia in tutta Europa”.

Franco Roberti

Già ampiamente conosciuta l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel Nord Italia anche se con caratteristiche differenti.

“Il nord Italia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana sono territori in cui l’organizzazione criminale reinveste i cospicui proventi della propria variegata attività criminosa nel settore immobiliare o attraverso operatori economici, talvolta veri e propri prestanome di esponenti apicali delle diverse famiglie calabresi, in stretti rapporti con esse, al punto da mettere la propria impresa al servizio delle stesse”. Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Umbria, sono regioni in cui, invece, “vari sodalizi di ‘ndrangheta hanno ormai realizzato una presenza stabile e preponderante, talvolta soppiantando altre organizzazioni criminali così come avvenuto, per esempio, in Piemonte con le famiglie catanesi di Cosa Nostra, ma spesso in sinergia o, comunque, con accordi di non belligeranza, con le stesse, fenomeno riscontrato in Lombardia ed Emilia Romagna, ove sono attivi anche gruppi riconducibili alla Camorra o a Cosa Nostra”.

Evidenziati i rapporti fra ‘ndrangheta e tutti settore nevralgici della politica.

“Si è di fronte ad un complesso di emergenze significative, ancora di più che in passato, di una

Franco Roberti e Rosy Bindi

‘ndrangheta presente in tutti i settori nevralgici della politica, dell’amministrazione pubblica e dell’economia, creando, in tal modo, le condizioni per un arricchimento, non più solo attraverso le tradizionali attività illecite del traffico internazionale di stupefacenti e delle estorsioni, ma anche intercettando, attraverso prestanome o, comunque, imprenditori di riferimento, importanti flussi economici pubblici ad ogni livello, comunale, regionale, statale ed europeo”.

Risalta, dalla relazione, il rapporto con esponenti istituzionali.

“Alcune indagini hanno rivelato un rapporto tra la ‘ndrangheta, esponenti di rilievo delle istituzioni e professionisti legati anche ad organizzazioni massoniche ed ai Servizi segreti, di piena intraneità, al punto da giocare un ruolo di assoluto primo piano nelle scelte strategiche dell’associazione, facendo parte di una “struttura riservata” di comando, la cui esistenza è stata, peraltro, scientemente tenuta nascosta a gran parte degli affiliati, anche di rango elevato”.

Le mafie rischierebbero, altresì, di diventare “autorità pubblica” in grado di governare processi e sorti dell’economia.

“L’uso stabile e continuo del metodo corruttivo-collusivo da parte delle associazioni mafiose – si legge – determina di fatto l’acquisizione (ma forse sarebbe meglio dire, l’acquisto) in capo alle mafie stesse, dei poteri dell’autorità pubblica che governa il settore amministrativo ed economico che viene infiltrato. Acquistato, dal sodalizio mafioso, con il metodo corruttivo collusivo, il potere pubblico che viene in rilievo e sovraintende al settore economico di cui si è inteso acquisire il controllo, questo viene, poi, illegalmente, meglio, criminalmente, utilizzato al fine esclusivo di avvantaggiare alcuni (le imprese mafiose e quelle a loro consociate) e danneggiare gli altri (le imprese e i soggetti non allineati)”.

“Altra, amara, riflessione, è quella relativa al fatto che tale azione investigativa ha dato conferma di come la ‘ndrangheta continui a dimostrare grande capacità di rendere funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi di radicamento capillare sul territorio e di controllo di tutte le attività economiche ivi operanti, il bisogno di lavoro che attanaglia gran parte delle famiglie calabresi, ma soprattutto i giovani”.

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