un laboratorio molto particolare svolto presso lo Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze) del Centro Diurno gestito dall’associazione Ra.Gi.

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L’anima di un passato lontano imprigionata in alcune foto in bianco e nero è tornata a rivivere e a splendere di una luce nuova. Questo grazie ad un laboratorio molto particolare svolto presso lo Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze) del Centro Diurno gestito dall’associazione Ra.Gi., un’iniziativa svolta in collaborazione con l’associazione culturale di promozione sociale “CulturAttiva”, durante la quale una serie di immagini scattate dalla fotografa Anna Rotundo hanno stimolato la mente dei pazienti, facendo nascere forme e argomentazioni di grande profondità.

Per lo svolgimento del laboratorio, sono state selezionate alcune foto che ritraggono luoghi storici della città di Catanzaro e ad esse sono state abbinate delle vecchie canzoni. Ai pazienti è stato dato il compito di commentare ciascuna immagine, mentre ognuna veniva proposta al gruppo gradualmente, in sequenza e ad essa veniva abbinata una vecchia canzone, usata come intermezzo tra una fotografia e l’altra.

Racconti a volte fedeli al significato oggettivo delle immagini proposte,  e a volte carichi di un senso che va oltre gli schemi del nostro vivere quotidiano e trova posto nell’interiorità del paziente.

Ciascun ospite, nonostante la patologia, che destabilizza fortemente la sua percezione del mondo esterno, ha saputo restituire un quadro della propria interiorità fatta anche di una cultura ancestrale che è riemersa prepotente con l’ausilio delle fotografie. Il senso di religiosità, con le sue icone; le vicissitudini storiche come la guerra e le sue devastazioni; gli usi e costumi di un tempo, sono alcuni degli elementi della propria vita passata che gli ospiti del Centro hanno fatto riemergere osservando le foto. Elementi che sono serviti per stimolare brevi confronti sulle abitudini passate e sugli eventi che hanno segnato le loro vite.

L’incidere della demenza ha anche favorito la costruzione di immagini che si distaccavano dal senso oggettivo delle foto. Tra queste, una delle più belle ed emozionanti  è stata quella che, in una vecchia poltrona posta davanti ad una finestra rotta dalla quale entra un po’ di luce ha visto « qualcuno che si sarà seduto stanco. La poltrona è vecchia ma dalla luce prende vita, è sporca dalla polvere, ma con il vento tutto porta via e così la poltrona respira. Tutto respira anche se è vecchio e sporco ».

Un laboratorio basato sui principi della Terapia Iconica che ha donato dei benefici agli ospiti del Centro Diurno della Ra.Gi. Onlus, ma che ha anche restituito ai terapeuti degli spunti per poter guardare oltre e andare al di là dei limiti che i nostri schemi ci impongono, ritrovando quella forza capace di ridare vita a tutto ciò che ci sembra sporco, vecchio e da buttar via.

«La demenza non può essere un limite insormontabile ed impedire di vivere le emozioni che ancora la vita può regalare – ha affermato Angela Rubino, presidente di “CulturAttiva”-. La grande stima per il lavoro della Ra.Gi., che va proprio in questa direzione, ha portato alla nostra collaborazione nella convinzione che la riscoperta del passato e del patrimonio storico-culturale, oltre ad avere una grande importanza per la rinascita del nostro territorio, possa servire come supporto nella cura di alcune patologie facendo riemergere le emozioni e i ricordi di persone che, di quel passato, furono protagonisti attivi».

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