Classi “pollaio”, ci sono le condizioni per evitarle

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 Il no deciso dei genitori della scuola “Dante Alighieri” alle classi pollaio produce i suoi effetti. Il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Carmelo Ciampa, su input della commissione straordinaria che aveva fatto propria la richiesta delle mamme degli alunni che frequentano la secondaria di primo grado, ha redatto e spedito tanto al direttore dell’Ambito territoriale scolastico di Vibo che al dirigente dell’istituto Marisa Piro, una nuova relazione che mette a nudo le carenze della struttura. La stessa sarà utilizzata dalla dirigente per dare maggiore forza, con un nuovo documento, alla relazione già allegata alla proposta di organico presentata a suo tempo. Per completare la procedura è stato convocato d’urgenza un consiglio d’istituto che dovrà prendere atto degli ultimi eventi. Non basta.

Il commissario Adolfo Valente, accompagnato dalle mamme, ha effettuato un sopralluogo nella “Dante Alighieri” dove ha preso atto della delicata situazione. Peraltro, le mamme chiederanno udienza al prefetto di Vibo Guido Longo per esporre la situazione e sollecitare, se necessario, anche il suo intervento. Solo se necessario. Ci sono, infatti, tutte le condizioni perché la vertenza venga risolta con l’organico di fatto stante la grande disponibilità dimostrata dal dottor Giuseppe Mirarchi nell’incontro con le mamme. Un atteggiamento il suo che, oltre ad aprire spiragli sulla soluzione del problema, ha regalato loro un po’ di tranquillità. In realtà, le stesse non esitano a riconoscere la correttezza di chi tutela l’amministrazione.

<La nostra – sostiene Assunta Loiacono, componente della delegazione che ha incontrato Mirarchi – sarà una battaglia che porteremo avanti con tutti i mezzi, ma è giusto rimarcare la disponibilità con cui i dirigenti dell’At ci hanno accolte impressionandoci per la sensibilità dimostrata>. Le battaglie, quindi, si possono combattere anche mettendo in campo reciproco rispetto. Alla fine, di certo, vinceranno le mamme. Il loro documento depositato all’At contiene verità inconfutabili. E non sembra il caso che a decidere siano il Tar o altre iniziative eclatanti.

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