I problemi del litorale vibonese finiscono all’attenzione di Gratteri

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Da anni, in qualità di responsabile tecnico dell’associazione “Amici del mare” di Catanzaro, Alberto Massara, 63 anni, originario di Nicotera, conduce la sua personale battaglia contro gli scarichi abusivi lungo il litorale che dal Mesima arriva sino a Pizzo. Un percorso disseminato di proteste, segnalazioni e denunce, compresa quella indirizzata alla procura della Repubblica di Vibo Valentia lo scorso 7 luglio seguita, quattro giorni, dopo da un’altra inviata al procuratore Nicola Gratteri nella quale rimarca l’esistenza della volontà <di non intercettare le condotte abusive di Marina di Nicotera>. Un certosino impegno che, a suo dire, lo avrebbe portato ad accertare prima <la presenza nel comune di Nicotera di liquami provenienti dalla vecchia condotta comunale, lasciata attiva e sospinti in mare dalle pompe di sollevamento> e poi, in prosieguo d’attività, <altre due condotte abusive per le quali, l’assessorato ai Lavori pubblici della Regione ammetteva a finanziamento il Comune di Nicotera> stanziando per il “Riefficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione e delle stazioni di sollevamento comunali un importo paria a 391mila euro>.

La cosa che non torna gradita ad Alberto Massara è che nel finanziamento della Regione ci fossero 18mila euro destinati <all’attività di monitoraggio ambientale e di intercettazione degli scarichi abusivi lungo le coste di Nicotera> che, invece, avrebbero preso altre vie. Punta, quindi, con decisione il dito contro l’Ufficio tecnico comunale, il cui responsabile, Carmelo Ciampa, rup del procedimento, avrebbe arbitrariamente utilizzato la somma per altri scopi. Secondo Massara, il responsabile dell’Utc richiedeva <una consulenza tecnica all’Unical con ciò sperperando denaro pubblico> e <impedendo la possibilità di accertare l’esistenza di condotte abusive a mare>.

Le ricerche degli scarichi, comunque, sarebbe stata fatta senza idonei mezzi perché, a parere sempre di Massara, per individuare i tubi abusivi occorrono <un georadar a doppia frequenza, un ingegnere elettronico per l’elaborazione dei dati e un biologo subacqueo per la raccolta dei sedimenti e relative analisi>. Una verità la sua che nel palazzo comunale sembra proprio non spaventare nessuno. Infatti, l’ing. Ciampa, preso atto che sul litorale la ricerca di eventuali scarichi abusivi è sempre stata fatta senza alcun risultato, si starebbe avvalendo, nell’attività progettuale, del supporto di uno staff di tecnici messi a disposizione dall’Unical e guidato dalla prof.ssa Piro, il cui compito sarebbe quello di predisporre un quadro completo della rete fognaria del litorale allo stato inesistente. In tale contesto, l’importo di 18mila euro destinato al monitoraggio dei fondali del litorale e più volte effettuato, è stato destinato all’installazione di una pompa di sollevamento per far defluire i liquami di contrada “Vasìa”, che attualmente finiscono nel torrente Santa Barbara, nella rete fognaria comunale. In sostanza, ci sono due verità contrapposte. Spetta alla Procura valutare.

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