Il Preside Lombardi: un intellettuale a cavallo tra ‘800 e ‘900.

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Vincenzo Lombardi (1875-1929), nacque a Mileto, discendente da una nobile famiglia partenopea, e divenne poi nicoterese d’azione sposando la nobildonna Felicia Maidà.

Laureatosi in Lettere classiche a pieni voti e con la pubblicazione della tesi presso l’Università di Napoli, fu nominato nel 1901 docente e Direttore presso il Ginnasio-Convitto di Nicotera, ove per un trentennio tenne cattedra e fu valida ed insostituibile guida di centinaia di studenti, che provenivano da ogni dove. Personalità di spicco, dalla profonda cultura letteraria, storica e filosofica, alacre e sapiente educatore, rimase impresso nella memoria collettiva come la figura più autorevole e più rappresentativa della scuola nicoterese dell’epoca. Identificandosi con l’istituzione scolastica, le conferì indiscusso lustro e prestigio, tant’è che l’Ateneo fu tenuto in grande reputazione sia dalle ispezioni ministeriali che dalla popolazione calabrese.

Antifascista convinto (come il fratello On. Nicola Lombardi, sottosegretario al Ministero dei LL.PP. fino all’avvento di Mussolini), difese i diritti delle classi povere che bussavano con forza alle porte della storia e fu sostenitore dell’avvento di una politica riformista, nella coesistenza pacifica e nella giustizia sociale. Nominato Provveditore agli studi nella ambita sede di Messina, rifiutò l’alto incarico, prediligendo la sua scuola e rimanendo abbarbicato al suo paese, anche per non deludere le pressanti richieste dei cittadini che in una manifestazione pubblica gli chiesero di non abbandonare la città e questa istituzione.

Fu pubblicista e critico letterario, nonché richiesto conferenziere per il suo eloquio elegante e suadente, tanto che il “Il popolo di Calabria,” diffuso quotidiano del tempo, nel quadro delle manifestazioni nazionali, gli chiese di commemorare sulle sue pagine il Crispi, cosa che egli fece degnamente non solo sul giornale, ma al teatro Principe Umberto della Città alla presenza di tutte le scuole e di un folto ed erudito uditorio. Non avendo avuto eredi, lasciò al Ginnasio tanta parte della sua biblioteca corredata di antichi testi di considerevole interesse (edizioni oggi introvabili), stampati  dal 1840 in poi.

Per la sua scomparsa immatura venne proclamato il lutto cittadino e gli vennero tributate le onoranze funebri a spese del Comune. Nell’occasione telegrammi di cordoglio giunsero dal Ministero della Pubblica Istruzione e da molte personalità nel campo della cultura e della politica.

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