Il meraviglioso quotidiano…il Palio di Siena.

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(La Nazione, 17.8.2017)
di Mario Caligiuri
Pur nella sua imponderabilità assoluta il Palio di Siena è l’accadimento più prevedibile d’Italia. Nel senso che oggi è rimasto uno dei pochi punti di riferimento in un oceano senza sponde, dove le onde possono portarti dappertutto o in nessun luogo. In Italia possono spirare venti di concordia o di disunione, le estati possono essere tiepide o torride, ma a Siena puntualmente si materializza la storia, che rappresenta oggi più che mai la chiave di volta di un confuso presente. Nel gioco di equivoci e dissonanze in cui le nostre incerte esistenze si muovono, nel caos calmo del Palio si ritrova una spiegazione, nel contempo magica e reale, al disordine del mondo. Piazza del Campo, che ha la forma di una palma, è un luogo di forza in cui si sprigionano le forze del destino. È un punto di convergenza degli elementi della natura che si scatenano nei 90 secondi più eccitanti d’Europa: quelli che scandiscono la battaglia, senza esclusione di colpi, per la conquista del Cencio. E questo perché nella Carriera rivive un Medioevo fantastico perché, durante la Corsa, il cielo sembra scendere davvero in terra attraverso gli emblemi, immaginari e viventi, che identificano le contrade e che il cavallo, protagonista assoluto degli eventi, porta alla vittoria o alla disperazione. Comme d”habitude, colori, simboli e presagi si fondono, si confondono, si sovrappongono in un incessante gioco di rimandi. In un’età in cui vacilla la fede, il miracolo laico del Palio si disputa e si affida al segno della Vergine: è un residuo anacronistico, un’espressione della contemporaneità o un effetto della sincronicità? Cioè siamo fuori dal tempo, lo comprendiamo alla perfezione o registriamo il risultato di coincidenze? Non a caso, la festa di Siena riesce a fondere in maniera suprema storia e fede, bellezza e passione, sorte e vita. Appunto per questo Vittorio Sgarbi definisce il Palio “l’espressione della determinazione degli uomini nel congiungersi con l’energia dell’animale più nobile e della volontà di Dio nell’assecondare il più forte”. Che quest’anno, proseguendo una tradizione accanita e splendida, ha premiato la Contrada dell’Onda in una gara come sempre entusiasmante, che ripropone il numero perfetto: nove contrade in gara, tre cavalli scossi, l’onda terza ai canapi, e Jonatan Bartoletti detto Scompiglio che si è fermato a tre vittorie consecutive. È questo che, all’inizio del Ventunesimo secolo, accade proprio a Siena. Perché solo qui si riesce a coniugare  il quotidiano con il meraviglioso.

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