Il monetiere del museo Diocesano donato dalla famiglia Brancia, si arricchisce grazie a Vittorio Rossin

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Il prezioso monetiere del museo Diocesano  di arte sacra di Nicotera donato dall’avvocato Annibale Brancia, fra l’altro importante collezionista che donò al museo, quando era ancora in vita,  anche quadri e reperti archeologici, costituito da ben 1400 monete e premonete risalenti alle epoche della Magna Grecia, dell’impero romano e bizantino fino alla monetazione borbonica, è stato arricchito, in questi giorni, da una preziosa moneta d’argento coniata a nome di Corrado III di Svevia, prozio di Federico II, risalente al 1100.

Vittorio Rossin

La donazione è stata effettuata dallo statistico di Cinisello Balsamo, Vittorio Rossin, cultore dell’ecumenismo cristiano e impegnato da sempre nel recupero di reliquie sacre, antichi oggetti e documenti con il solo scopo di restituirli alla venerazione dei fedeli, alla curiosità e allo studio di appassionati di antichità. Più volte, negli ultimi anni, infatti, lo statistico ha elargito oggetti rari e preziosi a chiese della Calabria, privati, al vescovo Luigi Renzo e, soprattutto, al museo diocesano del comune tirrenico, attualmente, unico museo del Meridione d’Italia a custodire una così importante collezione numismatica arricchita, a gennaio, da altre due donazioni di Rossin, un follaro di Ruggero II, re dei Normanni e un denaro di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero provenienti dalla zecca di Messina, dove il filantropo milanese le ha acquistate da un collezionista facente parte dell’associazione Numismatici italiani professionisti (Nip).

Come promesso ad inizio anno, intanto, vista l’importanza storica della raccolta numismatica “avvocato Annibale Brancia”, la Soprintendenza ai beni culturali sta provvedendo a catalogare e classificare tutte le preziose monete che saranno oggetto di una pubblicazione.

Rossin ha consegnato lo scudo in argento nelle mani di Natale Pagano, responsabile del museo diocesano. “Il professore Pagano – afferma Rossin – ha apprezzato il gesto avendo la moneta arricchito e reso unica, ancor di più, l’intera collezione. Ho ritrovato, inoltre, il santino di San Pantaleone di Limbadi risalente ai primi del ‘900. Venne stampato dalla tipografia Morabito, vescovo di Mileto, attiguo all’orfanotrofio che raccoglieva i ragazzi rimasti orfani durante il terremoto del 1908. Il santino raffigura la statua di San Pantaleone bruciata nel 1951 in chiesa. Farò un pò di copie da regalare a don Franco Massara, parroco di Limbadi”. A tale proposito, il museo diocesano conserva 800 santini sacri antichi, che, a breve, dovrebbero essere esposti al pubblico.

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