La scomparsa di Rosario Villari, una perdita per la Calabria.

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Rosario Villari nato a Bagnara Calabra il 12 luglio 1925 e spentosi ieri nel senese è stato uno storico e politico italiano, docente di storia moderna a Roma, Messina e Firenze ed ex parlamentare del Partito Comunista Italiano. Era fratello di Lucio Villari, anch’egli storico.

Iniziò gli studi universitari a Firenze e li ha conclusi a Messina, dove fu allievo di Galvano Della Volpe. Vanta una lunga attività pubblicistica sulle pagine de Il PolitecnicoIl PonteMovimento operaioQuaderni di cultura e storia sociale. Redattore dal 1956 al 1960 di Cronache meridionali, sostiene il recupero dei temi meridionalistici della rivista pubblicando testi dei meridionalisti “ante litteram”, dall’abate Galiani (secolo XVIII) ai liberali napoletani del 1848. Arriva così ai primi saggi sulla storia del Regno di Napoli nel Settecento, raccolti poi in parte in “Mezzogiorno e contadini nell’età moderna“. Nello stesso anno, il 1961, cura un’antologia della questione meridionale “Il Sud nella storia d’Italia“. Seguono “La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647)” e, alla fine degli anni settanta, “Mezzogiorno e democrazia“, ripresa e ampliamento di un precedente lavoro. Tra gli altri titoli una “Storia dell’Europa contemporanea” e un manuale per le scuole superiori (Sommario di Storia).

È stato visiting professor al St Antony’s College dell’Università di Oxford e all’Institute for Advanced Study di Princeton.

Nel 1990 venne eletto membro dell’Accademia nazionale dei Lincei. Dallo stesso anno, per i cinque anni successivi, è stato presidente della giuria del Premio letterario Viareggio, incarico abbandonato dallo stesso Villari nel 1995. Nel 1996 era stato nominato presidente della giunta centrale per gli Studi Storici.

Il suo impegno politico è cominciato con la militanza antifascista e con la partecipazione all’organizzazione dei movimenti contadini per la riforma agraria in Calabria. Fu membro del comitato centrale del PCI, nel quale ha sempre sostenuto una linea democratica e riformista, e una politica di autonomia rispetto all’egemonia sovietica e venne eletto deputato nella VII Legislatura (1976 – 1979). Ha inoltre, partecipato intensamente al dibattito culturale e storiografico con saggi e articoli pubblicati in varie sedi ed occasioni e con interventi in trasmissioni radiofoniche e televisive.

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