A Nicotera, i lavori del “I° Forum sullo spopolamento dei comuni del vibonese”

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Come annunciato nei giorni scorsi dalle pagine di Mediterraneinews.it, ripreso dai media locali,  è stato lo spopolamento dei comuni del vibonese, il tema dell’interessante incontro organizzato dal Centro Studi Nicoterese (CeSNi) in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Vibonese, l’Archeoclub di Vibo valentia e il Club Unesco di Vibo valentia, che si è svolto a Nicotera, presso la sala consiliare comunale e che quest’anno ha scelto come sottotitolo “Cosa resta per ricominciare”, quindi ripartire dal valore attualmente in essere per uno sviluppo del territorio.

Il Presidente della terna commissariale del comune di Nicotera dott. Gustavo Valente nel porgere il saluto, ha evidenziato la portata del fenomeno ricordando tra l’altro,  la vicenda della composizione delle classi della scuola media cittadina per carenza di alunni; la parola è passata al sindaco di Pizzo calabro e presidente Pro-tempore dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) dott. Gianluca Callipo soffermandosi sulla necessità di affrontare la sfida che i processi demografici impongono ai comuni, non mancando di evidenziare come, solo una strategia volta allo sviluppo delle tante risorse endogene dei nostri territori può, quantomeno, servire a mitigare la spaventosa emigrazione che contribuisce ad aggravare il saldo demografico. Callipo infatti, partendo dalla sua ormai lunga esperienza amministrativa, ha sottolineato come, ad esempio, a Pizzo, l’attivazione di una seria progettualità nel settore turistico unita alle politiche di valorizzazione dei beni culturali della città, ha permesso la creazione di molti posti di lavoro.

Ha preso poi la parola il Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Mons. Luigi Renzo il quale ha innanzitutto stigmatizzato le sterili divisioni e i campanilismi esasperati che non permettono di realizzare strategie di sviluppo e di crescita del territorio. Mons. Renzo, ha poi sottolineato come il fenomeno dello spopolamento è avvertito anche dalla stessa chiesa visto che decine e decine di parrocchie della sua diocesi, sono costituite da poche centinaia di abitanti e pertanto necessita stimolare le unità pastorali. Il presule infine, non ha mancato di lodare l’iniziativa messa in atto dal CeSNi, auspicando però che il prossimo obiettivo sia quello di attivare al più presto delle politiche e delle misure concrete per invertire la disastrosa tendenza in atto.

Ad introdurre i relatori, è stato poi il presidente dell’Accademia Internazionale della Dieta Mediterranea dott. Antonio L. Montuoro che, dopo aver ricordato che il CeSNi è nato all’interno dell’Accademia stessa per ampliarne la visione progettuale, ha ringraziato le varie personalità e tutti gli amici e personalità varie che hanno aderito e stanno aderendo dalla Calabria e fuori regione. Successivamente, Montuoro, ha spiegato ai presenti, che il Forum sarà un evento itinerante che si terrà ogni anno nei diversi centri della provincia, proprio con l’obiettivo di sensibilizzare i comuni sulla tematica demografica e che comunque, lo stesso, non vuole essere solo un momento dove ci si limiti a fotografare la realtà esistente ma un occasione di elaborazione progettuale per creare “lavoro, lavoro, lavoro”, anche in considerazione delle risorse finanziarie comunitarie e regionali, per attivare percorsi di crescita e di sviluppo attingendo ai fondi Jessica e Jeremie, risorse che pur non mancano ma che spesso non vengono utilizzate. Montuoro, ha infine comunicato che la prossima sessione del Forum si terrà a Gennaio in uno dei comuni del vibonese e sarà una messa in pratica delle proposte odierne. Tra le proposte che verranno analizzate anche la fusione tra comuni contigui a Nicotera.

E’ toccato poi a Giovanni Durante componente del Corpo Accademico del CeSNi, tracciare la situazione con una relazione incentrata sul tema delle “dinamiche demografiche nella provincia vibonese: dalla crisi all’emergenza”. Durante, dopo aver ripercorso lo studio da lui effettuato nel 2008 sull’andamento demografico della città di Nicotera ha detto che questo è stato il punto di partenza che ci ha spinto ad allargare il fronte di indagine a tutta la provincia. Con l’ausilio di grafici e tabelle, Durante stesso ha poi cercato di far capire al numeroso pubblico presente in sala, che quello che preoccupa “non è solo la perdita complessiva della popolazione ma anche la profonda modifica intervenuta all’interno della struttura della popolazione stessa”, frutto di una azione a tenaglia, che vede, da un lato l’aumento degli anziani e dall’altro la diminuzione della popolazione giovanile. Queste due dinamiche, insieme, ed associate, sia al saldo naturale negativo (frutto del rapporto tra le nascite e i decessi) e al saldo migratorio altrettanto negativo (dovuto all’emigrazione), generano infatti un vero e proprio processo sistemico che può avere vaste ripercussioni sulle nostre comunità, fino a metterne a repentaglio la stessa esistenza. Da sottolineare inoltre, come negli ultimi anni, il processo di spopolamento, dapprima confinato nelle zone montane o pedemontane del vibonese, adesso inizia anche ad interessare la costa. “Tutti comuni, questi – ha chiosato Durante- nei quali vi è una consistente fetta del nostro patrimonio storico artistico che quindi, indirettamente, viene minacciato da questo problema”. Ne è uscito un quadro dove (vedi cartina) si possono notare centri urbani che in mezzo secolo hanno perso il 30%, il 40% e addirittura più del 50% degli abitanti.
Durante si è poi scagliato conto la polverizzazione esistente evidenziando come nel 70% dei comuni vibonesi si concentra appena il 34% della popolazione complessiva, mentre nel 14% dei comuni più grandi si concentra il 46% della popolazione stessa ed ha auspicato che la tendenza in atto sia contrastata, “da un lato a livello nazionale con una seria politica di sostegno a chi vuole mettere su famiglia e a livello locale con una seria politica di tutela del territorio poiché in città come le nostre, dove non esistono fonti di inquinamento industriale, è inammissibile che vi sia un tasso di decessi derivante da certune patologie”. Dall’altro “ha auspicato delle serie politiche di sviluppo (citando quelle attuate da comuni come la stessa Pizzo Calabro e Soriano Calabro) che sole possono contrastare la piaga dell’emigrazione sopratutto giovanile”. Durante ha poi auspicato l’istituzione di un Osservatorio statistico regionale che sia il frutto della sinergia tra la Regione, l’ANCI e i comuni associati e il Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza Università della Calabria.
Un primo modo per provare a cambiare un’evoluzione negativa è quello di partire dalla tutela delle risorse ambientali e dalla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Un tema affrontato dalla prof.ssa Anna Murmura presidente dell’Archeoclub di Vibo Valentia e componente del CeSNi che ha relazionato sul tema: “i beni archeologici del vibonese e le buone pratiche per la loro valorizzazione”. La relatrice in questione,  ha posto l’accento sui tanti beni sparsi sul territorio vibonese a cominciare dai ruderi di Castel Monardo di Filadelfia, fino al Castello Ruffo, alla Giudecca e alla Cava romana di Nicotera, citando alcuni esempi di valorizzazione come l’insediamento delle grotte di Zungri che, dopo il passaggio ad una nuova gestione, hanno avuto oltre 14000 visitatori solo negli ultimi sei mesi, i musei e la biblioteca di di Soriano Calabro (il MuMar e il MuTer), un centro che si è posto ormai all’attenzione di tutta Italia per come ha saputo valorizzare i suoi beni culturali o il castello di Pizzo calabro e la chiesa di Piedigrotta, affidate ad una cooperativa di giovani o la rinascita del parco Archeologico di Mileto antica. La Murmura infine, ha citato come buone esempio di progettualità, il cosiddetto progetto “Croceneviera” finalizzato alla creazione di un Parco agronaturalistico, nato con l’intento di restituire un ruolo centrale che la città di Vibo valentia aveva nella storia del Mediterraneo, mirando alla valorizzazione dei punti più rappresentativi del suo ruolo.

E’ toccato poi alla prof.ssa Maria Loscrì, presidente del club Unesco di Vibo e anch’essa componente del CeSNi, porre invece l’attenzione – con una relazione incentrata sul tema “Le politiche dell’Unesco e i possibili percorsi progettuali nel vibonese” – sul rischio scomparsa di 1650 comuni italiani ormai abitati da poche decine di anime e che vanno perdendo scuole, farmacie, servizi postali, presidi di legalità, illustrando, poi, l’attività dell’Unesco stesso che garantisce il massimo impegno affinché partendo dalle bellezze si possa arrivare a recuperare le rovine.

La parola è poi passata al Prof. Gilberto Floriani direttore del polo culturale di eccellenza del Sistema Bibliotecario Vibonese (SBV) e componente del CeSNi che con una relazione sulle “possibilità di offerta culturale nei centri urbani in crisi demografica” ha affermato chiaramente come per invertire il territorio si deve operare per una sua “rifioritura culturale” attraverso  musei, scuole, biblioteche per liberare la gente da quella povertà culturale che frena lo sviluppo. Floriani ha poi accennato al fatto che appare necessario costruire attorno ai poli culturali di eccellenza, quelle che lui ha definito “comunità culturali” dove i cittadini non vanno solo a vedere reperti, ammirare quadri o leggere libri ma si sentano parte integrante di questi presidi culturali da lui definiti “luoghi aperti alla partecipazione, piazze del sapere ed infrastrutture essenziali per la qualità della vita delle città”. Floriani ha poi rimproverato la politica e i comuni che lesinano poche risorse e spesso le spendono male, un fatto questo che ha spinto il Sistema Bibliotecario Vibonese, a lanciare una campagna in grande stile per reperire risorse dai cittadini stessi.

A tirare le conclusioni è stato il Vicepresidente della Regione Calabria prof. Antonio Viscomi che si è innanzitutto complimentato con gli amici del CeSNi per una iniziativa che oltre a toccare un tema molto attuale “non è stata un occasione per chiedere denari ma risposte” ed è stato un “momento di buona politica perché ha messo in prima linea i cicli storici e non i cicli elettorali come spesso avviene”. Per Viscomi infatti “non c’è da fare una questione di risorse finanziarie – ha spiegato – perché per la prima volta nella sua storia grazie all’azione di questa giunta regionale, la Calabria dispone di 10 miliardi cash. Bisogna, invece, avere una visione perché noi non siamo una comunità, che ha perso la nostra storia e la nostra identità”. Viscomi ha lodato poi il tessuto delle associazioni che arricchiscono la qualità delle nostre comunità e lodato quei centri culturali d’eccellenza come lo stesso Sistema Bibliotecario Vibonese che si fanno portatrici di una sana progettualità culturale e ha poi ricordato come l’80% del bilancio regionale sia congelato sulla sanità e quindi col restante 20% si deve provvedere a tutta una serie di interventi dalle scuole, al turismo, dal sociale alla cultura, dalla formazione alla promozione del territorio. Per questo la Regione, fatica a dialogare con ben 405 comuni alcuni di proporzioni piccolissime. “Fare rete in calabria – ha detto è una cosa difficilissima per la sommatoria dei campanilismi e per la difesa di rendite di posizione. Si deve invece operare per distretti” e ha auspicato anche un accelerazione del processo che ha portato alcuni comuni della Presila catanzarese ad unirsi in un nuovo comune (Casole Bruzio) rammentando l’appuntamento del prossimo 21 ottobre, quando si terrà il referendum che potrebbe sancire la nascita di  un centro urbano che comprenda le città di Corigliano e Rossano mentre già si parla di altre fusioni e questo anche perchè – ha affermato – comuni troppo piccoli sono incapaci di mantenere i servizi essenziali. “Le ragioni per resistere e restare – ha concluso infine – “le dobbiamo trovare in noi stessi. Lavorando tutti assieme si può costruire un Vibonese diverso”.

Appuntamento a gennaio dunque, per il secondo forum, alla luce delle proposte suddette per concretizzare in fatti ciò che un territorio in sviluppo deve attendersi per dare risposte alle popolazioni rimaste e a quelle da far ritornare e da intercettare per vivere in una regione ed in una provincia il cui stile di vita mediterranea, è quello ideale e meglio studiato al mondo.

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