Vibo valentia: dalla cultura alla freddura……

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Possiamo anche prendercela con quelli del “Sole 24 ore” che nella loro annuale classifica sulla qualità della vita  delle province italiane – per quanto riguarda cultura e tempo libero – hanno relegato il vibonese addirittura al 107° posto in Italia (peraltro in buona compagnia delle altre province: Crotone che è ultima, Reggio Calabria che è 105esima, Cosenza che è 101esima e Catanzaro che è 87esima, tutte comunque in calo rispetto allo scorso anno).

Poi succedono episodi come quello accaduto pochi giorni fa a Vibo valentia all’auditorium dello Spirito Santo, ed effettivamente c’è davvero poco da lamentarsi e piuttosto – invece di lanciare strali contro i media, rei di fare solo il proprio lavoro – bisognerebbe iniziare a rimboccarsi le maniche. Perchè quella sera, in quel posto dal nome così “celeste” se fosse stato presente anche lo Spirito Santo sicuramente si sarebbe alzato e se ne sarebbe tornato in Cielo, oppure si sarebbe chiuso tra le accoglienti mura di San Leoluca a pregare per questa terra così bella ma così sventurata.

Il fatto – ormai di dominio pubblico e che peraltro impazza sui social network – lo conoscete tutti ma diamo giusto una rinfrescatina agli “smemorati di Collegno” di ogni età e colore politico. Succede che in queste lande desolate arrivi a deliziarci con le loro note, un gruppo di artisti (una ventina) di uno dei complessi di musica classica più prestigiosi di Italia: i Solisti aquilani (vedi foto). Costituitisi nel 1968 sotto la guida di Vittorio Antonellini, su ispirazione e con la collaborazione dell’avvocato Nino Carloni, già fondatore della società dei concerti dell’Aquila – il complesso – si legge sul loro sito internet “si avvale di strumentisti di alto livello che ruotano nei ruoli all’interno della formazione e sono in grado di sostenere parti solistiche di elevato impegno virtuosistico e interpretativo, ha un repertorio che abbraccia le più diverse epoche musicali, da quella pre-barocca alla musica contemporanea, con particolare riguardo ai compositori italiani, senza trascurare interessanti incursioni nel teatro d’opera. Per l’ottimo livello delle esecuzioni, l’alto numero dei concerti effettuati, l’ampio repertorio, la vastissima dislocazione dei centri raggiunti e l’unanime consenso di pubblico e di critica, I Solisti Aquilani hanno conquistato una precisa e insostituibile posizione nel quadro delle più prestigiose formazioni cameristiche internazionali”. Gli stessi sono stati protagonisti di numerose e importanti tournée in Italia, Europa, Medio ed Estremo Oriente, Africa, America, ospiti delle più prestigiose sale da concerto dagli Stati Uniti, alla Francia, Dall’Egitto al Giappone.Tra il 2014 e il 2016 hanno suonato con artisti del calibro di Danilo Rea, Roberto Prosseda, Federico Mondelci, Giuseppe Albanese, Ramin Bahrami, Dee Dee Bridgewater, Bruno Canino, Salvatore Accardo, Peter Eötvös. L’ultimo successo lo hanno riscosso esibendosi in diretta radiofonica su Radio3 – RAI , nella Cappella Paolina del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra l’altro era presente per l’evento vibonese, Alessandro Carbonari professore di clarinetto all’Accademia Chigiana di Siena e primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.

E come risponde Vibo?  Innanzitutto con una presenza di pubblico sconfortante visto che in sala cerano solo un manipolo di eroi ad accogliere così stimati artisti che di solito, in qualunque posto si recano, riempiono sale e auditorium.

Suggestiva poi la scelta della location: possibile che un capoluogo di provincia che si candida ad essere “Capitale della cultura” non abbia un auditorium realizzato con tutti i crismi? E perchè non si è pensato di svolgere il concerto al Palamorelli o nella sala – che seppur piccola (100-120 posti) del Sistema Bibliotecario Vibonese – che ospita da sempre dei concerti? O era troppo poco prestigioso farlo in un Liceo che è un eccellenza nel campo educativo e in un Sistema Bibliotecario che solo poche settimane fa è stato inserito tra le eccellenze culturali calabresi e sarà sponsorizzato dal Magnifico Rettore della Sapienza? Addirittura il luogo prescelto è privo dell’impianto di riscaldamento e questo sicuramente potrà anche spiegare la scarsa affluenza di pubblico visto che dopotutto siamo a Novembre !!! E qui la colpa è sicuramente della provincia e non degli organizzatori perché a questo ente, spetta garantire la fruibilità della sala.

Anzi gli ospiti sono stati anche fin troppo gentili a iniziare il concerto, ad eseguire diversi brani, mentre le nocche della dita gli si congelavano.

Insomma, quindi alla fine, quel 107esimo posto forse un pò ce lo meritiamo ma qui ce da fare – per onestà – anche dei distinguo. Perché quella classifica e questo triste episodio, non rende onore a tutti coloro che da sempre e spesso con pochi fondi tengono alto il livello culturale del vibonese che senza il loro quotidiano impegno forse in quella classifica neanche ci entrerebbe: pensiamo al Sistema Bibliotecario Vibonese e agli eventi che ospita e organizza e alle persone – centinaia – che ogni giorno accoglie. Lo stesso che ogni anno organizza eventi come il “Festival Leggere e Scrivere”. Ma pensiamo ai tanti musei e aree archeologiche- da quelli vibonesi al sito rupestre di Zungri all’area archeologica di Mileto. E pensiamo all’attivismo di tante amministrazioni che della cultura hanno fatto il loro vessillo come quella di Soriano calabro dove non passa settimana che il sindaco non annunci una nuova iniziativa in ambito culturale, oppure il comune di Pizzo calabro che di auditorium, ad esempio, presto ne realizzerà ben due con annessa struttura museale, per chiudere alla bella Nicotera città dal grande patrimonio culturale e della Dieta Mediterranea. E pensiamo ancora alla miriade di associazioni che – gratuitamente – organizzano eventi, si prendono cura di siti, avanzano progetti, spesso anche in sinergia con le nostre scuole.

Insomma figuracce come quella rimediata pochi giorni fa alla fin dei conti non ce le meritiamo proprio e però impongono una seria riflessione basata su un concetto semplice ovverosia che oggi la cultura non può essere un elemento accessorio ma bensì’ qualificante di un serio progetto di governo, sia nell’ambito comunale che in quello provinciale e regionale. La guerra contro l’apatia sociale, il degrado, l’ignoranza passa anche da qui ed è una guerra che ci dovrebbe vedere tutti in prima linea, almeno quelli che questa terra la amano e sono stufi di finire in fondo alle classifiche.

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