“Bismillah” del catanzarese Alessandro Grande, conquista il David di Donatello per i miglior corto 2018.

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Dopo aver conquistato con il film “A’Ciambra” di Jonas Carpignano, il maggior numero di candidature, la Calabria può vantare la bellissima vittoria del corto “Bismillah” del regista catanzarese Alessandro Grande che ha conquistato il David di Donatello.

Alesandro Grande, avviato alla carriera teatrale in Calabria, si trasferisce a ridosso del 2000 a Roma. Si laurea nel 2006 in Comunicazione multimediale con specializzazione in Storia e Critica del cinema conseguita nel 2008 presso l’Università di Tor Vergata. Ha frequentato diversi seminari e stage tra i quali quello diretto da Aurelio Grimaldi in “Regia e sceneggiatura cinematografica”. È il docente del biennio 2015/16 in regia e sceneggiatura cinematografica per gli stage FEDIC (Federazione italiana Cineclub).

I suoi lavori sono prevalentemente improntati su temi sociali. Ha raggiunto la notorietà nel circuito dei cortometraggi nel 2010 con In my prison, presentato come unico lavoro breve al Roma Fiction Fest (2010) e ha ottenuto in seguito oltre 100 selezioni ufficiali in tutto il mondo e oltre 40 riconoscimenti: tra i più importanti in Italia, il Premio Amnesty International e il Premio Anello Debole, mentre all’estero il Premio del pubblico al Corto Tokyo (Giappone). Ha rappresentato inoltre l’Italia nei maggiori festival internazionali: Jordan Film Fest(Giordania), Detmold International short Film Fest (Germania), Budapest Film Fest (Ungheria), 24fps Film Festival (Texas), La boca del Lobo (Spagna), Thess Short Film Fest (Grecia), The Eko Film Fest (Malesia). Il 22 dicembre 2012, per il trentennale dell’associazione Calabresi nel Mondo, gli viene conferito il Premio Calabria Mondo, in riconoscimento degli alti meriti conseguiti con la sua attività cinematografica che tiene alto il prestigio dei Calabresi nel Mondo. Nel 2013 presenta Margerita al 43° Giffoni Film Festival. Nel cast del nuovo lavoro che affronta la delicata questione dell’integrazione, Moni Ovadia, Francesca Valtorta e un gruppo di rom non professionisti. Margerita è entrato nella cinquina finalista dei 69° Nastri d’argento e ha all’attivo 78 premi, tra i quali il Premio Federico Fellini, il Premio Miglior Film all’11° Ischia International Film Festival, il Premio Miglior Regia all’8° Cyprus International Film Festival, il Premio Miglior Post-Produzione al 18° Canberra Short Film Festival, e le selezioni ufficiali nei maggiori festival del Mondo: New York, Budapest, Marbella, Pakistan, Mumbai, Tolosa, Montreal, Isle of Wight, Ohio, Corinthia, Seul, fino a rientrare nei primi sei classificati con la Nomination Miglior film al Twain Harte California. Inoltre è diventato un corto F.I.C.E. (Federazione Italiana Cinema d’Essai), distribuito in 450 sale cinematografiche d’essai. Da dicembre 2014 è in programmazione sul canale televisivo Studio Universal. Alessandro Grande ha partecipato alla rassegna “Cinemi e Cinema 2013”, realizzata in collaborazione con la 50ª edizione della Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Dal 2014 lavora in qualità di autore televisivo alla realizzazione di diversi programmi per le reti nazionali Rai e Mediaset. Nel 2016, Alessandro Grande insieme alla presidenza del Festival Cinematografico tra i più longevi d’Italia, il 67° Filmvideo – Mostra Internazionale del cortometraggio di Montecatini Terme, istituisce la sezione “The Author’s day”, di cui è anche il direttore artistico.

“Bismillah” è una produzione nata a Catanzaro e che vede coinvolto lo stesso regista insieme alla Indaco Film di Luca Marino, con il supporto della Fondazione Calabria Film Commissione del Comune di Catanzaro. Nel corto, il regista calabrese affronta il dramma dell’emigrazione, (prendendo spunto dall’ondata di immigrati tunisini che si riversò in Italia dopo la rivolta che pose fine, nel 2011 al regime autoritario di quel paese nell’ambito della cosidetta “Primavera araba”), attraverso la storia della piccola Samira, una tunisina di 10 anni che vive illegalmente in Italia con suo padre e suo fratello.

Col termine arabo bismillah si suole indicare la formula araba Bi-smi ‘llāhi al-Rahmāni al-Rahīmi (بسم الله الرحمن الرحيم «In nome di Dio, Clemente, Misericordioso») con cui si aprono tutte le sure del Corano salvo la sura IX: la qual cosa potrebbe indicare che all’origine la sura VIII e la sura IX formassero un tutt’uno.

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