Manuel Reggio (Pd) sfida il Movimento 5 Stelle. Sul reddito di cittadinanza devono passare dalle parole ai fatti.

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Reddito di cittadinanza all’ordine del giorno. Se ne parla a tutti i livelli e, grazie all’improvvida iniziativa di qualche buontempone, non sono pochi i disoccupati e gli inoccupati che si sono già presentati agli uffici competenti per ritirare il modulo che, in realtà, ancora non esiste. Sull’argomento, interviene Manuel Reggio, giovane

manuel reggio

segretario del circolo del Pd che, con il consueto garbo, fa il punto della situazione arrivando a sostenere che il provvedimento non solo è fattibile, ma va anche portato avanti. <Il reddito di cittadinanzaspiega – è una proposta-promessa del movimento 5 stelle. C’è gente che già si presenta ai Caaf per ritirare il modulo e c’è altra gente che, invece, per lo stesso motivo, si presenta ai Centri per l’Impiego. La cosa da chiarire, subito, è quella di tranquillizzare tutti, uomini e donne, disoccupati o inoccupati, che questo modulo non esiste o almeno non esiste ancora e che non c’è alcuna domanda da fare al momento>. Reggio chiarisce anche perché non è il momento di girare per gli uffici. <La proposta-promessa del M5S prevede un reddito minimo al mese per un single di 780 euro che aumenta – sottolinea – per le famiglie e può arrivare a 1.950 euro complessivi per nuclei familiari con due figli. Il provvedimento riguarda una misura per combattere lo stato di povertà delle persone e delle famiglie ed è rivolto ai disoccupati e agli inoccupati. Il soggetto beneficiario, di contro, sottoscrive un impegno di disponibilità al lavoro e nel caso non dovesse accettare proposte di lavoro, ritenute compatibili alla sua persona, perde il sussidio. Per dirla tutta, invero, altri (partiti e governi) hanno già fatto interventi di questa natura a sostegno delle famiglie in stato di bisogno. Tra questi provvedimenti, per iniziare, si ricorda la social card , la SIA, sostegno per l’inclusione attiva, che, a partire da gennaio 2018, governo Gentiloni, sono stati sostituiti dal Rei, reddito di inclusione>. Ricomnosce, peraltro, che <la proposta-promessa del M5S è però una cosa più corposa perchè allarga la base degli aventi diritto e alza il quantum da percepire. Destinatari del reddito di cittadinanza del M5S sono tutte le persone a rischio povertà ed allora andiamo a vedere, in cifre ovvero reddito, come si stabilisce lo stato di bisogno e quindi il diritto alla prestazione. Secondo i parametri europei è considerata a rischio povertà quella famiglia che non raggiunge i 6/10mi di 15.514 euro ossia un reddito di euro 9.360 euro l’anno>. Per meglio dire <la soglia di povertà è calcolata nel seguente modo: per 1 persona singola in 780 euro mensili; per un genitore con 1 figlio a carico in 1.104 euro mensili; per una coppia con 2 figli a carico in 1.638 euro mensili>.

Per il segretario del Pd, la proposta dei Cinquestelle non solo è fattibile, ma va anche portata avanti. <In un Paese che elargisce pensioni mensili milionarie – sostiene – per non parlare degli stipendi da favola riservati non solo alla politica, ma a tutto l’establishment, che eroga compensi e buonuscite da capogiro ai cosiddetti manager di azienda, un simile provvedimento è certamente possibile. Si pensi ancora, restando nel tema, alla buonuscita di 6milioni e 700mila euro percepita da FFSS dall’AD di Alitalia Giancarlo Cimoli o spostandoci di settore alla buonuscita accordata, tra le ultime, al presidente della Ferrari, Luca Montezemolo, pari a 27milioni di euro e allargando il quadro a quelle e quelli meno noti e sono tanti, si capisce che, se si vuole, il provvedimento può essere fatto>. Peraltro <diversamente dalle elargizioni milionarie sopra ricordate – continua – una simile misura a favore delle classi meno abbienti produce positivi effetti sull’economia nazionale in ordine al Pil. Lo stesso parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità Europea, auspica l’introduzione in tutti gli Stati membri dell’Europa di un reddito minimo garantito>.

In ogni caso, <una prima risposta circa questa volontà del movimento 5stelle di portare avanti con determinazione questa proposta – rimarca Manuel Reggio – verrà nella discussione ed approvazione del Def 2018, il documento di economia e finanza che dovrà essere approvato entro il prossimo mese di aprile. Se, in questa occasione, come appare all’orizzonte, il M5S si presenterà all’appuntamento nel segno della continuità con il lavoro fatto dal ministro Padoan e nel segno della linea politica del presidente del consiglio Gentiloni, la partita è persa e ci sarà soltanto da chiedersi perché tanta gente ha votato contro questi referenti governativi. Probabilmente – conclude – ci verrà detto che, come primo passo verso il reddito di cittadinanza, ci dovremo accontentare della sola riforma dei centri per l’impiego ed allora inizieremo a capire che il reddito di cittadinanza si allontana di tanto e, sperare, non definitivamente, magari ammantando il tutto con la sostituzione di un modesto surrogato che sarebbe cosa diversa>.

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