Il Sistema Bibliotecario Vibonese compie 30 anni. Floriani “Noi presidio di cultura e legalità, ma serve più attenzione dalle Istituzioni”.

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Il Sistema Bibliotecario Vibonese compie trent’anni. Un traguardo importante per quella che è l’istituzione culturale più importante del vibonese e un polo culturale di eccellenza a livello regionale. Nell’occasione abbiamo voluto rivolgere alcune domande al fondatore e direttore del SBV stesso e cioè il prof. Gilberto Floriani.

Qual è la funzione che ricopre oggi il Sistema bibliotecario a Vibo e nella provincia?

Il Sistema Bibliotecario Vibonese è per la città, la provincia e per certi aspetti anche sul piano regionale, uno dei più importanti riferimenti come “biblioteca pubblica”, quindi non solo un grande tradizionale deposito di documenti e d’informazioni, ma un luogo di cultura aperto a tutti i cittadini, orientato sul futuro, dove possono essere costruiti percorsi di autoapprendimento in una logica di long life learning, di promozione alla lettura – specie per i bambini – e di servizi vari per i cittadini. Inoltre, è’ al tempo stesso un polo culturale che promuove e ospita quasi quotidianamente eventi culturali quali presentazioni di libri, laboratori, incontri con gli autori, letture ad alta voce, convegni, mostre, concerti, rassegne cinematografiche. E’ un grande promotore della lettura in collaborazione con le scuole, gli enti e le associazioni del territorio ed un polo di servizi per le biblioteche della Calabria con il Servizio Bibliotecario Regionale, istituito dalla Regione Calabria. Infine è un grande organizzatore di eventi, il principale dei quali è il Festival LeggereScrivere che si svolge nel mese di ottobre e che con la qualità degli ospiti e le oltre 30.000 presenze sta assumendo i connotati di grande festival nazionale con una notevole capacità di attrazione.

Ci dia un po’ di numeri, quanti tesserati, quanti volumi, livello di frequentazione?

La Biblioteca del Sistema dispone adesso più di 80.000 documenti ed essendo una biblioteca di recente istituzione – celebriamo quest’anno il nostro 30° anniversario – si deve parlare di una raccolta molto mirata sulla cultura contemporanea, pur con la presenza dei principali repertori bibliografici, i classici, la storia locale, il settore archeologico, i film e la musica. Gli iscritti attivi al prestito sono più di 16.000 con circa 300 presenze ogni giorno, più di 100.000 presenze l’anno. Sono numeri da grande biblioteca italiana o europea. Le nostre sale studio sono sempre piene,  facciamo oltre 6.000 prestiti ogni mese, decine e decine di prestiti interbibliotecari.

Lei ha diffuso mesi fa un appello per sollecitare la riflessione dei cittadini e delle istituzioni, affinché capiscano che se non s’interverrà presto con forme di sostegno, sarà messa seriamente a rischio la vostra sopravvivenza. Che situazione c’è oggi?

Malgrado che dal punto di vista operativo siamo un presidio culturale importante all’interno di un territorio molto difficile, abbiamo i piedi di argilla. Il Sistema non ha le risorse economiche basilari necessarie alla sua attività. Giuridicamente il Sistema è un’associazione di enti locali, ma dai comuni arriva ben poco sostegno perché sono note le difficoltà economiche finanziarie degli enti locali. La Regione che ha istituito i Sistemi  con la legge regionale n. 17 del 1985 e che per legge doveva sostenerne le spese, è dal 2008 che ha smesso di farlo creando enormi difficoltà. Sopravviviamo precariamente con i progetti, ma è sempre più difficile e rischiamo di saltare per aria in ogni momento. Devo onestamente dire che, nell’ultimo periodo, sembra essere maturato da parte della Regione un diverso punto di vista sulle biblioteche e sulla loro importanza, sulla scorta forse di quanto sta avvenendo nelle altre regioni italiane. Ci sono segnali incoraggianti e autorevoli dichiarazioni in questa direzione, come bibliotecari siamo fiduciosi e speriamo molto nel nuovo assessore regionale alla cultura.

Ci sarebbe bisogno quindi di un nuovo approccio da parte della Regione?

Di negativo nelle politiche regionali riguardo alle biblioteche vi è la modalità burocratica di assegnazione delle poche risorse disponibili: si fa un grande calderone, tutte le biblioteche e i sistemi bibliotecari sono messi sullo stesso piano, come fossero uguali e avessero le stesse spese, a tutti sono assegnate le stesse piccole somme, con il risultato che gli istituti più grandi che non hanno un grande ente locale alle spalle che li sostenga, non sanno come tirare aventi, mentre altre realtà piccole o inesistenti, si trovano con risorse superiori alle loro necessità.

Direttore Floriani, ci parli ora di Biblioteche Calabria, quali funzioni ha?

Il Servizio Bibliotecario Regionale è un’attività dalla Regione Calabria, averla mantenuta in vita è stato segno di grande lungimiranza. E’ un sistema di cooperazione tra biblioteche presente in tutte le regioni italiane, che trova la sua concretizzazione nella condivisione del catalogo delle diverse biblioteche e della normativa cui fanno riferimento. E’ una rete che raggruppa le principali biblioteche della regione, a oggi sul catalogo sono presenti circa 1.300.000 record bibliografici, annualmente sono immessi 80-100.000 nuovi titoli. Sul portale web di riferimento Bibliotechecalabria.it sono riportate tutte le biblioteche afferenti al servizio e si può accedere al catalogo (OPAC) che mediamente è interrogato per più di 2.000.000 di volte ogni anno. Oltre al portale web il servizio utilizza una pagina fb Biblioteche Calabria, dove possono essere esposti tutti gli eventi che riguardano le biblioteche, un account twitter, instagram, un canale youtube. Il servizio Bibliotecario rende disponibile a tutte le biblioteche la piattaforma gestionale Sebina Next per la gestione delle attività catalografiche, i prestiti, le interrogazioni e gli acquisti. Sempre dal portale BibliotecheCalabria si accede alla Rete Indaco una grande biblioteca digitale di oltre 2.000.000 di documenti (e-book, musica, immagini, film, banche dati) cui tutti possono accedere gratuitamente iscrivendosi sul portale o presso una delle 140 biblioteche della rete.

Dalle statistiche culturali Istat emerge che in Calabria solo il 25 % per cento della popolazione di 6 anni e più ha letto almeno un libro nel 2016, ua fronte di una media nazionale che si attesta al 40 %. Quali azioni bisogna dunque adottare per invertire queste informazioni negative?

Per il 2017 risultano dati ancora più negativi, con il 23% di calabresi che leggono un libro l’anno, a fronte di un 50% circa come valore medio italiano. Questo 23% è poi composto di un 8% di lettori forti che leggono almeno un libro al mese e di circa un 7% di persone che frequentano le poche biblioteche effettivamente funzionanti della regione. Numeri da società analfabeta, situazione che poi trova puntuale riscontro nei comportamenti sociali e politici. Ma veniamo alle cause: alcune sono di carattere strutturale, abbiamo una popolazione anziana e gli anziani leggono poco; inoltre nelle case dei calabresi non vi è l’abitudine al libro e anche questo ha un peso sulle abitudini alla lettura. Altre ragioni della non lettura sono invece dovute a scelte poco efficaci nelle politiche culturali: in Calabria abbiamo una debolissima rete di biblioteche, librerie e altri presidi culturali, abbiamo tantissimi paesi dove non vi è nessuna struttura culturale.

Come ovviare a questo deficit?

Perché cresca il numero dei lettori è necessario investire nelle nuove generazioni e nella presenza dei libri nelle famiglie. E’ necessario fare una seria promozione della lettura nelle scuole, nelle biblioteche e allora forse questi dati potrebbero cambiare. Vi sono vari progetti, come nati per leggere che coinvolge educatori, bibliotecari e pediatri, su cui bisognerebbe impegnarsi molto. Segnalo che queste basse percentuali di lettori hanno un peso negativo nella qualità della vita, nello sviluppo economico e sociale, negli orientamenti democratici – non è una mia opinione ma un dato oggettivo – e quindi dovremo preoccuparci tutti molto di migliorarle.

 

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