Dal rapporto Bankitalia, la Calabria è in ripresa ma restano tante criticità per giovani e famiglie.

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Luci e ombre dal rapporto sullo stato dell’economia calabrese pubblicato ieri dalla dalla Filiale di Catanzaro della Banca d’Italia con la collaborazione della Filiale di Reggio Calabria.

Quadro generale. “In Calabria – si legge nel report – nel 2017 l’attività economica è cresciuta in misura modesta, in linea con l’anno precedente. La ripresa congiunturale, in atto ormai da un triennio, è stata sostenuta principalmente dalla domanda interna, che ha beneficiato dell’aumento dei redditi da lavoro e dei consumi delle famiglie calabresi. Gli investimenti hanno ripreso a crescere, soprattutto nel settore industriale. I livelli di PIL e occupazione restano tuttavia ancora distanti da quelli del 2007, ultimo anno prima della crisi; anche la distribuzione dei redditi rimane più diseguale”.

Le imprese. “Alla ripresa congiunturale del settore industriale – si legge nel documento – si è accompagnato un recupero nella produttività delle imprese” e si  sottolinea come “tra il 2007 e il 2015 la produttività delle imprese manifatturiere calabresi ha comunque registrato una dinamica relativamente più favorevole rispetto alla media nazionale”. L’export delle aziende calabresi è inoltre cresciuto per il terzo anno consecutivo.

Il problema del credito alle imprese. Nel corso del 2017, “la crescita dei prestiti erogati dalle banche alle imprese è proseguita, ma con intensità modesta (0,9 per cento a dicembre” e “tale dinamica è stata sostenuta principalmente dalla domanda di credito, la cui crescita è rimasta comunque debole, anche per l’atteggiamento ancora prudente da parte delle imprese”.

Meno lavori pubblici. “Nel triennio 2014-16, – si legge ancora – il numero di progetti che prevedevano la realizzazione di lavori pubblici da parte di Amministrazioni locali calabresi è stato pari a circa 5.400, in calo del 32 per cento rispetto al triennio precedente la crisi del debito sovrano (2008-2010). In termini di valore, i lavori decisi nel periodo 2014-16 si sono attestati a circa 2 miliardi di euro, un dato in calo del 40 per cento rispetto al triennio di confronto”.

Bene il turismo. “Secondo i dati dell’Osservatorio turistico della Regione Calabria, nel 2017 le presenze presso le strutture ricettive sono cresciute in misura significativa per il terzo anno consecutivo (6,0 per cento; tav. a2.2). L’aumento ha riguardato sia i turisti di nazionalità italiana sia quelli provenienti dall’estero; ha interessato tutte le province con l’eccezione di Catanzaro”.

Migliora il dato dell’occupazione. “Nel 2017 – si legge nel rapporto – il recupero dell’occupazione si è rafforzato. In base ai dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nella media dell’anno l’occupazione in Calabria è cresciuta del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente (fig. 3.1.a e tav. a3.1). Tale aumento è risultato superiore a quello osservato a livello nazionale (1,2 per cento). Gli addetti sono cresciuti in tutti i settori a eccezione dell’agricoltura. I livelli occupazionali in Calabria restano tuttavia ancora inferiori di circa il 10 per cento rispetto al 2007, mentre in Italia i livelli pre-crisi sono stati superati, seppur di poco”.

Ancora tanti giovani senza lavoro. “Nonostante il calo registrato nel 2017, – si precisa nel report – l’incidenza della disoccupazione tra le forze di lavoro rimane significativamente più elevata per le donne e, soprattutto, per i giovani fino a 34 anni, per i quali si attesta al 39,1 per cento” e inoltre, “il numero dei giovani tra i 18 e i 29 anni che non sono occupati, non studiano e non sono inseriti in un percorso di formazione si è leggermente ridotto ma la loro quota sulla popolazione della stessa fascia d’età rimane tuttavia ampiamente superiore alla media italiana (43,1 e 28,3 per cento, rispettivamente).

Il dramma dei laureati. In Calabria il tasso di disoccupazione dei laureati (13,1 per cento), seppur nettamente inferiore alla media regionale, è circa il doppio di quello osservato nel resto del Paese. Tale divario contribuisce in parte a spiegare gli intensi flussi migratori in uscita di laureati e in assenza dei flussi migratori la crescita della quota dei laureati in regione sarebbe stata superiore di circa 1,5 punti percentuali e in linea con la media nazionale. Nel decennio 2006-2016 la fuoriuscita netta dalla Calabria è stata pari, cumulativamente, a circa 26.000 laureati, un sesto dei residenti con lo stesso titolo.

Le famiglie ancora in sofferenza. “In base alle stime Prometeia, nel 2017 il reddito disponibile delle famiglie della regione è aumentato” e anche “i consumi in regione sono nuovamente aumentati, seppur in misura ridotta” ma nonostante il recupero registrato nei redditi medi delle famiglie stesse, la distribuzione del reddito regionale rimane più diseguale rispetto ai livelli pre-crisi. Tale dinamica si lega in particolare a un peggioramento delle condizioni di vita nelle fasce più disagiate”.

La sanità. “Sulla base dei conti consolidati di ASL e Aziende ospedaliere la spesa complessiva per prestazioni sanitarie a favore dei residenti in regione nel triennio 2014-16 è cresciuta in misura superiore alla media” mentre “il personale dipendente del Servizio sanitario nazionale (SSN) si è ridotto nel periodo 2014-16, dinamica è legata alla stasi delle assunzioni”.

I fondi comunitari. “per il ciclo di programmazione 2014-2020 la Calabria che fa parte delle regioni “meno sviluppate”, insieme a Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia e le risorse impegnate in progetti avviati, o in fase di avvio, ammontano al 40,8 per cento della dotazione totale, un dato ancora inferiore alla media nazionale”.

Intervenire sulle aree interne: “Nell’ambito del ciclo di programmazione 2014-2020, l’Italia ha posto tra gli obiettivi prioritari della coesione territoriale la necessità di intervenire sulle “aree interne” che  in Calabria coprono l’81 per cento della superficie regionale interessando il 55 per cento della popolazione. Tra il 1951 e il 2011, la popolazione che vive in tali zone è calata di circa un quinto e il declino demografico è proseguito anche negli anni più recenti associandosi a un intenso processo di invecchiamento degli abitanti.

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