Nicotera – Nicotera Marina, una strada medievale ricca di storia e di erbacce

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Poco più di un chilometro di selciato medievale per collegare il capoluogo con la frazione Marina. Una strada ricca di storia, che le persone più anziane ricordano per averla percorsa un’infinità di volte nella loro vita e che oggi giace nel totale degrado. Larga circa due metri, con tratti in forte pendenza, consentiva, una volta, agli studenti di Marina e del quartiere stazione di raggiungere le scuole di Nicotera. Lungo lo stesso percorso si muovevano gli adulti e, soprattutto i contadini che ogni mattina, partendo dal Borgo si dirigevano verso le campagna per poi rientrare sul far della sera. Poi, nel tempo veicoli privati e pubblici hanno offerto alternative più comode e veloci e la strada è stata progressivamente frequentata soprattutto dai turisti. Cosa che fanno ancora, ma con grosse difficoltà, per poter raggiungere il centro storico della città con i suoi palazzi borghesi, le sue chiese, la giudecca, il castello. Nel 2016, l’amministrazione comunale, coi pochi fondi racimolati all’interno del Piil 2007/2013, era riuscita a riqualificare il tratto che da Nicotera porta al allo scalo ferroviario. L’obiettivo era quello di recuperare un secondo finanziamento per poter completare i lavori sino alla Marina. Poi, galeotto lo scioglimento del consiglio comunale, tutto è finito nel dimenticatoio.

Ma c’è di più e di peggio. Non solo, successivamente, non è stato riqualificato il percorso dalla stazione alla Marina, ma è stato completamente abbandonato anche il primo tratto. La commissione straordinaria, seppur più volte sollecitata, non ha ritenuto di dover intervenire per effettuare i necessari lavori per cui la mancanza di manutenzione ha reso praticamente impercorribile tutta la strada. Le erbacce hanno invaso il selciato, l’illuminazione a pavimento non funziona più e quella affidata a lampioni attaccati ai pali è ridotta al lumicino. Del tutto inutilizzabile il tratto Stazione-Marina che d’estate è molto frequentato non solo da una numerosa colonia di pakistani che vanno avanti e indietro carichi di cianfrusaglie, ma pure dai villeggianti. Anche grazie al “Tropea Express” voluto dalla Regione per consentire ai vacanzieri di muoversi comodamente lungo la costa, i visitatori che arrivano in stazione sono davvero tanti. Messo piede a terra, però, non sanno cosa fare. Mancano i mezzi pubblici, non esistono le segnalazioni e, grazie anche alla noncuranza delle Ferrovie, si ritrovano in mezzo ad un piazzale sporco e ad un costone, sempre di proprietà delle Ferrovie, completamente coperto da rovi, canne, fichi d’india e altri esemplari di vegetazione mediterranea. Non resta altro da fare che aspettare il treno successivo e tornarsene al villaggio di provenienza. Forse per fare turismo ci vuole qualcosa di più.

Sul servizio offerto ai turisti dal “Tropea Express”, peraltro, qualche riflessione va fatta. Per come è impostato oggi, i vantaggi per i visitatori non sono tanti. Il treno, infatti, effettua fermate in stazioni per lo più lontane dai centri abitati e i Comuni non si preoccupano di mettere a disposizione dei visitatori neppure un pulmino – magari sfruttando le risorse provenienti dalla tassa di soggiorno che non s’è ancora capito come venga usata dagli amministratori – per consentire loro di raggiungere i luoghi da visitare. Succede la stessa cosa un po’ in tutti i centri costieri. Le difficoltà maggiori, probabilmente, i turisti le vivono a Nicotera dove, oggi, non trovano mezzi pubblici per arrivare in città e non possono percorrere la strada medievale di collegamento perché dissestata e sovrastata dalle erbacce. Cosa ancora più sconcertante, nello scalo nicoterese non c’è un bagno pubblico e non c’è un bar. Quando piove, poi, non c’è neppure una sala d’attesa dove ripararsi per essendo disponibili più locali. Spesso, aspettando il treno del rientro, passano ore e il malcapitato turista non sa a quale santo votarsi per le eventuali esigenze. Piccole, grandi cose portate ripetutamente all’attenzione del Comune e delle Ferrovie, ma senza risultato alcuno. Forse, enti locali, Ferrovie e Regione qualche interrogativo dovrebbero pur porselo.

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