Una fiaccolata per ricordare Stefano Piperno e dare sostegno ai suoi familiari da quasi due mesi immersi nel loro inconsolabile dolore per la scomparsa del ragazzo avvenuta lo scorso 19 giugno. Una fiaccolata che rompe il silenzio chiamando a raccolta l’intera cittadinanza ormai frastornata da un rincorrersi di eventi negativi e inaccettabili. A organizzarla il parroco della cattedrale don Francesco Vardè in collaborazione con il comitato che cura i festeggiamenti dell’Assunta e i giovani del Centro accoglienza straordinaria. A decine si ritrovano davanti alla cattedrale armati di fiaccole accese per cancellare il buio calato sulla città, riaccendere la speranza, esternare piena solidarietà ai genitori di Stefano “condannati” dalle esigenze investigative a non avere una tomba sui cui versare una lacrima o poggiare un fiore. Il corteo, con in testa gli striscioni dei migranti del Cas dove Stefano lavorava come mediatore culturale, intorno alle 21, si muove lentamente lungo le vie del centro.
Passo dopo passo, diventa sempre più numeroso. Un fiume di coscienze libere e ribelli che non ci stanno a piegare la testa di fronte al dilagare della violenza e al diradarsi dei valori; tanti giovani che, magari, avrebbero voluto che accanto a loro ci fossero i rappresentanti delle istituzioni ancora una volta lontane dalle aspettative della collettività. Accanto a loro si ritrovano, invece, solo i rappresentanti di Libera, guidati dal referente provinciale Giuseppe Borrello. Lasciato il centro storico, comunque, le centinaia di partecipanti alla fiaccolata si muovono verso la chiesa della Madonna della Scala dove don Francesco Vardè chiude la manifestazione con un discorso che inchioda ognuno alle proprie responsabilità. Il parroco, con le sue parole efficaci e pungenti, chiama in causa le istituzioni, bussa alle coscienze dei giovani e degli adulti, invita la collettività a fare fronte comune a tutela della qualità della vita e della legalità. Poi il corteo si scioglie. Restano accese le fiaccole e la speranza.
