Le incursioni alleate su Nicotera e le vittime dell’agosto del 1943.

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Durante la seconda Guerra mondiale, quando le sorti del conflitto, stavano ormai pendendo a sfavore dell’Asse, la stretta della guerra si fece sentire anche sul territorio nicoterese.

Caduta infatti la Tunisia, con la resa avvenuta il 12 Maggio, dopo tre anni di guerra sul fronte africano, era infatti chiaro che gli alleati avevano deciso di puntare sul crollo dell’Italia, per aprire la prima grande falla in quella che veniva chiamata la cosiddetta “Festung Europa” (Fortezza Europa), cioè il continente europeo ancora quasi interamente dominato dalla Germania, eccezion fatta per i paesi neutrali e la Gran Bretagna.

Il 10 Luglio, gli Anglo-americani – con la cosidetta Operazione Husky – sbarcavano in Sicilia e solo una ritirata sulla linea Catania – Nicosia- Santo Stefano di Camastra (una manovra ideata dal generale Guzzoni e definita dagli stesso comandi alleati come “magistrale”) consentì agli italiani di di ritardare, fino al 19 agosto, l’ingresso degli alleati a Messina, atto che sanciva la definitiva conquista dell’isola, da subito utilizzata come futura base di operazione contro la penisola italica.

In quei giorni di luglio, ebbero così inizio i primi bombardamenti: sia aerei con i cacci alleati che di giorno e di notte (utilizzando la luce artificiale dei cosidetti “bengala) mitragliavano i concentramenti di truppe rendendo praticamente impossibili i contatti tra i vari presidi e sia quelli navali, con le soverchianti forze navali alleate che bombardavano indisturbati i paesi costieri. In uno di questi scontri – al largo di Nicotera marina – fu per esempio affondata una motozattera carica di soldati tedeschi. La popolazione nicoterese cominciò quindi ad evacuare nelle frazioni poste sulla collina: Comerconi e Preitoni, dove la gente dormì nei fienili o addirittura all’aperto, mentre in paese restavano in pratica i soli carabinieri, il medico condotto e qualche funzionario.

Nicotera infatti venne sottoposta ad alcune incursioni, in quanto i ricognitori alleati avevano fotografato alcune installazioni della Wermacht (probabilmente cannoni antiaerei) situati sia presso la cosidetta “Lamia” che in contrata “Piraino e in contrada “Casa janca”.

Durante queste incursioni per errore, come spesso accadde nella guerra (specie allora, quando i bombardamenti non avvenivano certo con precisione chirurgica), venne bomabradata anche una zona situata nella parta bassa del paese che prese poi il nome, nell’immaginario collettivo locale, di “casi rutti” proprio perchè distrutta dal bombardamento alleato. Purtroppo vi furono anche delle vittime – tra le famiglie Campennì e Sgrò, mentre un ragazzo un certo famà Giuseppe morì per aver toccato incidentalmente un ordino rimasto inesploso in località “due Ponti”. Poche settimane dopo – ai primi di settembre – gli alleati sarebbero sbarcati in Calabria.

 

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