Tenuta dei conti a Vibo Valentia. Russo (PD) rinnova l’allarme e incalza Costa.

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Era il 26 ottobre del 2017 quando, come gruppo consiliare del PD, attraverso una interrogazione lanciammo l’allarme sul possibile secondo dissesto al comune di Vibo Valentia. Quei pochi documenti che avevamo a disposizione, ci furono sufficenti a farci rendere conto della critica situazione finanziaria in cui l’ente stava nuovamente precipitando. Ovviamente la risposta, che ancora conservo, fù molto evasiva e priva di contenuti seri. Purtroppo le nostre preoccupazioni si sono rilevate veritiere. Troppo distratta la maggioranza dai problemi problemi di tenuta politica, per interessarsi dei problemi reali della città, allora come oggi. Una maggioranza che in tre anni ha solo peggiorato le condizioni economiche dell’ente portandolo sull’orlo del secondo dissesto.

E’ questo l’incipit della nota rilasciata dal capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Vibo valentia, Giovanni Russo che incalza: “a questo punto bisogna chiedere al sindaco Costa e agli assessori della sua giunta, cosa hanno fatto in questi tre anni affinchè ciò fosse evitato? In che modo e attraverso quali provvedimenti, l’attuale maggioranza ha almeno tentato di evitare che ciò potesse avvenire? Nessuna delle nostre preoccupazioni, che purtroppo si sono verificate fondate, sono state ascoltate. Perchè provenivano dal PD, che sta all’opposizione… Un gruppo quello del Pd che ho l’onore di guidare che si è sempre dimostrato responsabile nello svolgere il suo ruolo”.

“Ricordo, ancora quando, durante l’ultimo consiglio comunale del 26.3.2018 – continua l’esponete dei dem – ci venne detto da assessori e dirigenti (ascoltare lo streaming) che il comune si trovava già fuori dal dissesto. Quanto si sta verificando è un vero e proprio disastro, finanziario e politico, di cui i vibonesi devono esserne informati nei dettagli. Non si può assolutamente sottacere su una situazone che farebbe piombare la città per chissà quanti anni ancora nel baratro. Ciò comporterebbe alle ditte che hanno eseguito lavori per il comune ed i fornitori di ricevere solo una piccola parte del compenso con conseguenze di fallimento o licenziamento degli operai. Una città in cui la crisi economica stenta ad allieviarsi non può permetterselo.

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