Dopo il Coisp, sindacato di polizia, anche il partito democratico invoca le dimissioni del sindaco Franco Pagano per i contenuti di un’intervista resa ai microfoni della Rai. A scaldare il clima, arriva la notizia che il prefetto di Vibo Valentia, Carmelo Casabona, una settimana fa ha inoltrato al ministro dell’Interno Angelino Alfano la proposta di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose negli organi elettivi. Nessuna novità neppure sul fronte delle indagini. Michele Sirgiovanni, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia facente funzioni prosegue nel suo certosino lavoro teso a ricostruire le varie fasi dell’atterraggio dell’elicottero della “Rotortech srl” di San Prisco (Caserta) con a bordo Antonio Gallone e la sua sposa e ad accertare eventuali responsabilità, omissioni e abusi nell’espletamento delle varie procedure burocratiche. Sul suo tavolo un voluminoso fascicolo che quanto prima potrebbe sfociare nella formulazione dei primi avvisi di garanzia. Procediamo con ordine. Della vicenda del matrimonio hollywoodiano, con atterraggio di elicottero nel centro storico e deviazione del traffico veicolare, prende atto anche la politica. A regalare un avvio d’autunno alquanto caldo è una nota del Pd sottoscritta dai segretari regionale e provinciale Ernesto Magorno e Vincenzo Insardà. Entrambi, ripercorrendo il sentiero tracciato dal Coisp, sindacato di polizia, ritengono che <le immediate dimissioni di Franco Pagano dalla carica di primo cittadino di Nicotera siano un atto ineludibile e necessario>. Sottolineano che <le sue ultime dichiarazioni, rilasciate agli organi di stampa – <i Mancuso hanno cose più importanti da fare che non pensare all’organizzazione di un matrimonio> – sono di una gravità inaudita e non sono in alcun modo conciliabili con una carica pubblica>. Le stesse, infatti, sembrerebbero <quasi voler accreditare nell’immaginario collettivo che una delle cosche più potenti al mondo possa svolgere una qualche attività di valore, da classificare in una scala di importanza>.
Dall’arco dei due segretari partono frecce al curaro contro Pagano <che, evidentemente – sostengono – non comprende il valore della sua carica ovvero di essere un rappresentante dello Stato che ha il dovere non solo d fare piena chiarezza sulla vicenda, ma anche di alzare una paratia ferma e granitica contro una cosca di ‘ndrangheta>. In ogni caso Magorno e Insardà sono certi che <la Procura e la Dda faranno luce sull’accaduto> ferma restando <la necessità di porre un primo punto sulla vicenda, restituendo spazio ai cittadini onesti e laboriosi di Nicotera>. A stretto giro di posta arriva la replica di Pagano. <La mia frase ai microfoni di Rai3 – si difende – è un fuori onda carpito in malafede e che va contestualizzato in un discorso molto più ampio. Per certo non volevo glorificare o fare apologia dei Mancuso. Chi conosce la mia storia sa che ciò non poteva essere possibile>. In ogni caso <da Magorno e Insardà non accetto lezioni né politiche né di moralità. Mi piacerebbe, peraltro, sapere dov’erano entrambi quando la mia abitazione veniva crivellata da 48 colpi di kalshnikov o quando i carabinieri di Nicotera in piena notte mi segnalavano movimenti strani attorno alla mia abitazione. Soffermino piuttosto l’attenzione – insiste – sui loro amministratori e rappresentanti che certo non brillano quotidianamente per attività edificanti>. Peraltro <non sono stato eletto con i voti del Pd – prosegue – e gli unici a cui devo dar conto sono la città di Nicotera ed i suoi cittadini che sono ben consapevoli della strumentalità di questi attacchi>. La verità, per Pagano, è una sola. <E’ in atto – conclude – una strategia ben architettata. Il bersaglio non è l’elicottero, non è lo sposo indicato con 5 nome dai media. Qui si mira a smantellare il sindaco e la sua amministrazione. Al momento opportuno, carte alla mano, faremo nomi e cognomi dei burattinai>.