Fanno parte dell’approdo di migranti arrivati da Africa e Asia, in fuga da guerre e fame, che il sette sono sbarcati a Vibo Marina, i diciassette minori che, considerata la mancanza di strutture di secondo livello regolarmente protette, autorizzate ed accreditate, sono stati trasferiti nella cittadina tirrenica, ospitati presso alcune strutture abitative di proprietà di Francesco, Biagio e Mimma Ornella Zappia, site in località “Policari”. Bangladesh, Senegal, Gambia e Nigeria solo alcuni dei Paesi da dove provengono i giovanissimi, al di sotto dei diciotto anni, “non accompagnati” e, quindi, orfani di genitori persi, con molta probabilità, a causa della guerra. Tutti rifugiati politici in fuga dalla violenza di Paesi dove l’instabilità politica continua a mietere vittime innocenti. Ad occuparsene l’associazione “Da donna a donna” di Vibo Valentia, guidata dal rappresentante legale Azzurra Pelaggi. La notizia del loro arrivo si è subito diffusa nella cittadina vibonese e la comunità, anche grazie all’interessamento di don Agostino Pugliese, parroco della cittadina, ha immediatamente adottato i nuovi ospiti offrendo loro tutto ciò che è possibile donare ad iniziare dai beni di prima necessità. La scelta di Joppolo come centro di accoglienza sarebbe stata giustificata dal fatto che le strutture esistenti sul territorio comunale di Vibo Valentia, provinciale e regionale regolarmente autorizzate dalla Regione Calabria, nonché, i centri o gli hub di prima accoglienza ad alta specializzazione istituiti dal Ministero dell’Interno, sarebbero ormai saturi. Al momento dello sbarco, i minori, dopo una prima identificazione e foto segnaletica, sono stati affidati dalla Questura e ai servizi sociali del Comune di Vibo Valentia e collocati in strutture temporanee di accoglienza messe a disposizione dell’amministrazione comunale e gestite dal volontariato o da cooperative sociali, in questo caso all’interno del palazzetto dello sport di Vibo Marina, struttura non idonea ad ospitare i minori per un lungo periodo. L’associazione, con l’ausilio di suoi tutor e formatori, adesso, dovrà garantire ai minori un corso minimo di informazione, formazione, integrazione con il territorio, socializzazione con la cittadinanza e cultura civica. I giovani dovrebbero rimanere nel centro di accoglienza che li seguirà fino alla maggiore età quando per loro sarà presentata domanda di riconoscimento dello “status di rifugiato” per l’ottenimento dell’asilo politico. La criticità del sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è stata ripetutamente oggetto di valutazione da parte del tavolo di coordinamento istituito presso la Prefettura di Vibo Valentia, ma, purtroppo, non sarebbe stato possibile individuare modalità e risorse per la gestione dell’accoglienza.