Uno dei più piccoli comuni del vibonese: 779 abitanti appena. Ma un borgo splendido posto in quella meravigliosa zona che sono le Seerre calabresi. Fondata l’8 marzo 1771 sul colle Cima come residenza per operai, artigiani, impiegati, dirigenti e guarnigioni militari impegnati a svolgere attività produttiva nelle Reali Ferriere e Fabbrica d’Armi impiantatavi dai Borbone che riusciva ad occupare fino a 2700-2800 persone. E proprio a Mongiana, tra il 1822 ed il 1829, venne realizzato il primo ponte sospeso in ferro d’Italia: il Ponte sospeso “Real Ferdinando” sul fiume Garigliano, progettato su idea del Prof. Carmine Antonio Lippi, e, tra 1832 e 1835, il Ponte “Maria Cristina” sul fiume Calore Irpino, progettato dall’Ingegnere Luigi Giura. Sempre a Mongiana furono costruite le rotaie per la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici. Poi con l’annessione all’Italia, un lento declino e l’oblio.
Adesso, pochi mesi fa, per far rivivere quella storia di ingegno, sudore e fatica, è stato inagurato un altro polo culturale che va ada arricchire la luna serie di enti e istituziuoni culturali che la nostra provincia può vantare e cioè il “Museo della fabbrica d’armi reali ferriere di Mongiana”. Uno spazio che oltre a restituire ai visitatori reperti interessantissimi e unici: alto forni, fucine, manufatti è arricchito anche da moderne strumentazioni che invoglieranno soprattutto gli studenti attraverso documentari, piantine interattive, tablet, a essere loro stessi fautori della ricerca del loro passato contenuto e ben raccontato nei muri e nei locali del Museo.
Nelle sue sale il Museo conserva pagine di storia che attendono di essere sfogliate dai visitatori che forse saranno stupefatti nell’apprendere che un tempo questa parte della nostra amata regione era immersa in una attività a ciclo produttivo continuo che interessava il vasto territorio circostante. Suggestivo e emraviglioso poi – lasciatemelo dire – che laddove un tempo si fabbricavano strumenti di morte per l’esercito borbonico, oggi si produca cultura consentendo alla gente del posto di riappropriarsi delle proprie radici culturali-industriali e ai visitatori di soffermarsi su eventi storici che hanno penalizzato fortemente la Calabria all’atto dell’Unificazione d’Italia.
Il MUFAR – questo il nome del museo – inagurato alla presenza della principessa Beatrice di Borbone è stato fortemente voluto dall’amministrazione Comunale guidato dal sindaco Bruno Iorfida, ed è stato finanziato dalla regione Calabria ed allestito, nella parte multimediale, dalla Kernel di Vibo Valentia, che si è avvalsa del lavoro di numerosi studiosi e della competenza del professore Danilo Franco esperto nel campo dell’archeologia industriale Calabrese, autore del prezioso libro “Il ferro in Calabria. Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese”.