Sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana dello scorso 3 dicembre è stato pubblicato il decreto di scioglimento del consiglio comunale a seguito delle dimissioni del sindaco Franco Pagano presentate in data 5 ottobre 2016 e non più revocate. Il prefetto di Vibo Valentia, infatti, preso atto della irrevocabilità delle dimissioni, provvedeva a nominare il viceprefetto vicario Lucia Iannuzzi commissario prefettizio dell’ente. Nomina che, intervenuto lo scioglimento, si trasforma in <commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune suddetto fino all’insediamento degli organi ordinari e con i poteri spettanti al consiglio comunale, alla Giunta e al Sindaco>. In realtà, gli organi ordinari non si insedieranno perchè in data 25 novembre 2016 il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha proceduto allo scioglimento del Consiglio per accertati gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica. Un provvedimento che l’intera città, una volta dimessosi il sindaco, sperava non arrivasse per avere la possibilità di tornare alle urne nella prossima primavera. Così non è stato e, quindi, il provvedimento governativo ha spalancato le porte alla terza commissione straordinaria in undici anni. Un primato umiliante che non sarà facile scrollarsi di dosso.
La cosa strana, ma non più di tanto, è che la triade commissariale non si sia ancora insediata alla guida di Palazzo Convento. In effetti, si intuiva già in partenza che non ci sarebbe stata alcuna fretta nell’avviare le procedure di nomina sia perchè a gestire la cosa pubblica c’è già un commissario straordinario e non un’amministrazione comunale e sia perchè il referendum appena celebrato impegnava tutto il personale delle prefettura nelle attività legate all’esercizio del voto. Passato il momento elettorale, tutto lascia pensare che lunedì prossimo i nuovi “piloti” varcheranno la soglia di Palazzo Convento per andare ad insediarsi nella stanza dei bottoni. Ci rimarranno di sicuro per diciotto mesi e, quindi, sino al giugno 2018. Se la scadenza dei diciotto mesi sarà prima della data delle elezioni amministrative di primavera, si tornerà al voto subito. Dovesse, invece, la scadenza dei diciotto mesi di gestione commissariale cadere dopo le lezioni amministrative, per rinnovare gli organi elettivi occorrerà aspettare sino all’autunno successivo quando ci sarà la sessione riservata ai soli comuni sciolti per mafia. Potrebbe, tuttavia, entrare in gioco un’altra possibile variabile: una richiesta di proroga del mandato da parte dei commissari straordinari. Un’eventualità da non scartare e che, automaticamente, sposterebbe il ritorno in cabina degli elettori alla primavera del 2019. In sostanza, la città rischia di vivere trenta mesi in regime di commissariamento. E non sarebbe neppure la prima volta. La prima commissione straordinaria (Marcello Palmieri-Vittorio La Polla-Gerardo Bisogno), infatti, ha preso in mano le redini del Comune nell’agosto del 2005 per mollarle nel maggio del 2008. Quindi, anche più di 30 mesi. Da scartare, comunque, l’ipotesi circolata più volte che il ministero stesse incontrando difficoltà nell’individuare le figure da inviare a Nicotera. I tre commissari sarebbero stati già selezionati da tempo e lunedì prossimo potrebbero già arrivare in città. In ogni caso, l’attenzione della gente non è di certo concentrata sull’arrivo dei commissari. Desta più curiosità la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale delle motivazioni poste a base dello scioglimento del consiglio comunale. Un passaggio atteso da un giorno all’altro e che consentirà a cittadini di capire di quali colpe si siano macchiati gli ex amministratori ed il personale dipendente per incorrere nella drastica sanzione dello scioglimento. In Gazzetta, infatti, accanto alla relazione presentata dal Prefetto Carmelo Casabona, ci sarà, magari accompagnata dagli abituali omissis, anche quella del ministro dell’Interno. Scatteranno, poi, i ricorsi?
Per certo, la commissione straordinaria che nei prossimi giorni, subentrando al viceprefetto vicario Lucia Iannuzzi, si dovrà far carico della gestione del Comune si troverà alle prese con problemi che si trascinano da tempo e che, comunque, ora vanno portati a soluzione. Intanto, bisognerà verificare se il bando con scadenza 5 dicembre 2016 per la realizzazione del porto turistico ha registrato o meno la partecipazione di qualche impresa. Tutto lascia intuire che il bando è andato deserto, ma questo non significa che la commissione in arrivo non debba prendere nuove iniziative in merito. L’infrastruttura è fondamentale per lo sviluppo del territorio e il progetto non può essere accantonato con leggerezza. Ci sono, poi, da portare avanti Piano strutturale e Piano spiaggia. Ma c’è, soprattutto, da affrontare e risolvere la questione dell’acqua potabile. Un argomento delicato che nella frazione Marina genera ancora malumori nonostante la Sorical abbia effettuato lavori per circa un milione di euro per realizzare un nuovo impianto di potabilizzazione dei pozzi di località “Medma” e dell’intero acquedotto che da Nicotera arriva sino a Tropea passando per Ricadi. In realtà, nei giorni scorsi, dopo una fase di progressivo miglioramento, dai rubinetti delle case sarebbe sgorgata ancora acqua sporca il che ha fatto subito scattare le rimostranze del “Movimento 14 luglio”.
La triade commissariale, verosimilmente, si troverà nelle condizioni di dover utilizzare i finanziamenti concessi dalla Regione per l’efficientamento e la rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione, nonché delle pompe di sollevamento dei reflui urbani. Sono disponibili 391.572 euro di cui 31.702 a carico del Comune ed il resto a carico della Regione. Va ora completato l’iter burocratico interrottosi con le dimissioni del sindaco Pagano prima di avviare i lavori che dovrebbero comportare anche la realizzazione di due nuovi pozzi la cui entrata in funzione consentirebbe al comune di sganciarsi definitivamente da ogni rapporto con la Sorical. Spetterà ancora ai prossimi commissari straordinari seguire con attenzione la questione Sogefil. Davanti al Tribunale di Catanzaro pende un ricorso per risarcimento danni proposto dall’ex amministrazione comunale contro la commissione straordinaria ed il ministero dell’Interno. La prima udienza è prevista per il prossimo mese di gennaio. In ballo ci sono ben 3milioni e 600mila euro.
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