Torna il regista era Barry Jenkins, dopo ben otto anni e lo fa alla grande con un film davvero imperdibile che si intitola “Moonlight”, pellicola che narra i diversi momenti della vita di un afro-americano nella periferia di una delle megalopoli d’America e cioè Miami.
Il ragazzo protagonista del film – Little ma il suo vero nome è Chiron – vive in un contestyo totalemnte degradato. Gli ingredienti in tal senso ci sono tuti: umna madre assente e drogata, i bulli della scuola che lo tormentano e la sua stessa anima lacerata dalla consapoevolezza di essere omosessuale. Solo un uomo e la sua campagna diventano un punto di appoggio e sono gli unci disposti ad aiutarlo,a ccogliendolo persino a casa loro. Il ragazzo cresce ma la musica non cambia perchè i bulli continuano a tormentarlo mentre solo un coetaneo e amico di nome Kevin lo aiuta. Chiron cresce e si trasforma in un altra personaggio che si fa chiamare Black ma il quadro è totalmente cambiato perchè adesso il ragazzino che tutti facevano quasi a gara a malmenare è uno spacciatore di droga. Un giorno Kevin – che per Black è stato anche il primo inconfessabile amore – riappare in città ma stenta a riconoscere il vecchio amico. I due si confrontano così sui rispettivi percorsi di vita dando vita ad uno spettacolare e intenso momento di analisi.
Jenkins lavora in quest’opera sul sul concetto di identità che muta e si costruisce, descrivendo tre momenti cruciali nella vita del protagonista, e mentre lo fa il film cambia e si trasforma assieme al suo protagonista, cercando di racconmtare in maniera dura e cruda cosa significa essere oggi afroamericano e gay nel più moderno paese dell’Occidente capitalistico. E lo fa senza sconti per nessuno, nemmeno per la sua comunità di appartanenza – quella di colore – di cui denuncia problematiche, clichè e contraddizioni. Una comunità che – lo ricordiamo – è in cima a tutte le statistiche criminali di questo grande paese anche per problemi atavici che neanche il governo del primo presidente afroamericano della sua storia è riuscito a risolvere.
Ma Moonlight è il film dell’anno – e lo dimostrano i riconoscimenti ricevbuti – anchè perchè è un viaggio nei recessi più reconditi dei sentimenti umani e sull’impatto che le prime fragili esperienze possono avere sul resto dell’esistenza di una persona al dià di ogni appartanenza razziale o orientamento sessuale.
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