Soriano Calabro si proietta sempre di più nel panorma culturale regionale e non solo con la prossima apertura di un nuovo interessantisismo presidio culturale: il Museo del Terremoto – MuTerr” – progettato dall’archietto Francesco Schiavello con gli archietti del posto: Merilia Ciconte e Santo Prestanicola – e che sarà allocato all’interno dei grandi spazi ipogei dell’antico Convento di San Domenico, un complesso religioso del XV Secolo, parzialmente distrutto dal terremoto del 1783. Il Convento – lo ricordiamo – era chiamato “Santa Casa” e amministrava fin dal 1654, l’intera contea di Soriano annoverando, al proprio interno un foresteria, la farmacia, la stamperia ed una fornitissima biblioteca.
Una idea sicuramente che già colpisce proprio per il fatto che in un edificio colpito e distrutto da un sisma si faccia una struttura museale dedicata proprio ai terremoti. L’evento distruttivo che qui invece si fa cultura e portatore di rinascita. Il nuovo polo inoltre si aggiungerà, a quello già presente, del Museo dei Marmi – MuMar, dove, di particolare pregio, tra i vari reperti, si trova la Testa di Santa Caterina da Siena, realizzata in marmo di Carrara, attribuita quasi sicuramente opera di Gian Lorenzo Bernini. Il MuTerr rappresenterà un suggestivo luogo d’incontro e di informazione sui fenomeni sismici, non solo della Calabria, ma dell’intero Paese, raccontati da diverse prospettive: storica, antropologica e architettonica.
“Il Museo – spiegano i progettisti – è caratterizzato da due ambienti distinti: il primo accoglie il visitatore all’interno di un’area moderna, contraddistinta dall’installazione di una controsoffittatura monumentale a costoloni lignei. Il soffitto è una vera e propria opera d’arte che richiama il movimento ondulatorio e labile proprio del terremoto, che avvolge quindi, visivamente, il visitatore stesso, in un luogo aggressivo e dinamico. La controsoffittatura è stata progettata ‘sezionando’ un’onda sismica in più di mille pezzi assemblati ad incastro ed appesi tramite attacchi e cavi d’acciaio a delle travi IPE ancorate alle pareti perimetrali. Da quest’area luminosa si è poi condotti negli “scuri”, contraddistinti invece da un un’atmosfera suggestiva e da un ambiente più calmo e riflessivo. Caratteristica di questo secondo ambiente sono le volte a botte, la cui bellezza antica è fatta risaltare dalla pavimentazione di resina di colore bianco”.
Le riflessioni sui fenomeni sismici che il polo muserale proporrà, sono state invece affidate alla direzione di Emanuela Guidoboni, una delle più accreditate sismologhe europee e docente all’Università di Bologna.